tag:blogger.com,1999:blog-12509579147878761642024-02-18T22:15:27.831-08:00Pagerank di Google per WebmasterRiflessioni sul Pagerank di Google e su vari aspetti del piazzamento nei motori di ricerca.Webmasterhttp://www.blogger.com/profile/05929661921624723372noreply@blogger.comBlogger35125tag:blogger.com,1999:blog-1250957914787876164.post-53747770814167000852022-07-31T08:19:00.003-07:002022-07-31T08:19:26.931-07:0025 anni in rete<p> Era il lontano anno 1997, 25 anni fa, che mi sono procurato una connessione Internet. Era un periodo difficile della mia vita perché avevo problema con il lavoro. La mia azienda esisteva e io lavoravo, ma gli stipendi non arrivavano. Questo periodo è durato quasi un anno e ho fatto di tutto per superare la crisi finanziaria. Avevo creato un'applicazione per il PC, che non c'entrava niente con il web, e cercavo di venderla. Usavo Internet per la pubblicità, ma visto che questo era agli inizi e non molta gente lo possedeva facevo anche la pubblicità tradizionale: qualche annuncio a basso costo nei giornali e i depliant nelle caselle postali. Tutto andava relativamente bene ed era l'unico introito in quel periodo, ma comunque non sufficiente per coprire le spese. Quelli pochi risparmi che avevo diminuivano in continuazione. Non ci ho messo molto per capire che Internet può essere un'ulteriore fonte di guadagni e così ho iniziato con i primi siti dove esponevo i banner pubblicitari. Vista la mancanza dei mezzi finanziari, i siti che aprivo erano a costo zero, cioè sulle piattaforme che offrivano il hosting ed il dominio gratuito.</p><p>A settembre di quell'anno i miei risparmi sono andati a zero, avevo pagato l'affitto per l'appartamento per i successivi tre mesi, ma per fortuna sono riuscito a trovare un nuovo lavoro e così la mia situazione economica tornava nelle normalità. L'applicazione che avevo prodotto si vendeva ancora e a novembre è arrivato il primo assegno dagli Stati Uniti relativo alla pubblicità che gestivo sui miei siti. Sì, a quei tempi inviavano gli assegni per posta; non esistevano ancora i portafogli elettronici. L'assegno riportava la cifra di sessanta dollari. Ero felicissimo. Avevo letto tutto quello che trovavo su come aumentare la visibilità del sito e il numero dei visitatori e lo mettevo in pratica. Come cresceva il numero degli visitatori, aumentava anche il numero dei clic sui banner pubblicitari. Sei mesi dopo il primo assegno, ho guadagnato due mila e cinquecento dollari in un mese, più del mio stipendio a quei tempi. Le prospettive erano ottime e io ero super ottimista per il futuro, ma... Sono volato velocemente in alto, ma presto ho iniziato anche la discesa. Ho lavorato male perché mi sono accontentato dei risultati raggiunti molto velocemente e quando si lavora male, gli introiti calano.</p><p>Passavano gli anni e le cose andavano sempre peggio. Ho deciso di cambiare il modo di lavoro. Avevo investito in hosting e ho registrato il mio primo dominio personale. Ho aperto i nuovi siti gratuiti, prevalentemente i blog e le topliste, per avere i link proprio miei. Ho fatto alcune applicazioni in Visual Basic per aiutarmi a gestire il lavoro e per automatizzare alcune operazioni in rete che prima facevo manualmente. Così mi sono liberato un po' di tempo per dedicarmi alle cose più creative. Ho trovato anche i nuovi sponsor per diversificare il campo di lavoro. Il risultato non si è visto subito, ma io avevo pazienza e lavoravo duramente. Guadagnava mediamente tra cinquecento e novecento dollari al mese. Ero relativamente contento, ma sentivo che si poteva fare di più. Così è arrivato l'anno 2006. Le cose sono partite alla grande. Avevo triplicato i guadagni medi e due anni dopo, 2008, ho raggiunto il mio apice; in un anno ho incassato un importo con 6 cifre. Ero bravo a fare questo lavoro ma anche fortunato. Le condizione erano buone; eravamo all'inizio del boom economico in certi settori e non tanti hanno capito questo. Quando si è sparsa la voce dei guadagni elevatissimi, tutti volevano prendere la loro fetta e la concorrenza si è moltiplicata. Come era da aspettarsi, gli introiti hanno iniziato a diminuire, ma io sono riuscito nel frattempo a costruire la mia sicurezza finanziaria per il futuro e ho continuato a lavorare con un'intensità minore. Lavoravo fino a tarda notte e spesso andavo a letto alle 2 o 3 di mattina. Era ora di rilassarsi un po'.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEicg8m7A3HqTmoI_jpch1n6MGm490PNDx2VztS780fJXQeF-vod2W-1B3JogYae8oEndAHzGcovLdnDz-s9jgGCqnPq_lFJdo1Gro8Ne2h6NlllAlzlY-XDe_njgD2N405AcK6qqQg3k7ziiJlbOi3pg05AHHyX_-XOBoSHYUPLPH_aTw8FxPzgayl7/s640/25-anni.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="410" data-original-width="640" height="256" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEicg8m7A3HqTmoI_jpch1n6MGm490PNDx2VztS780fJXQeF-vod2W-1B3JogYae8oEndAHzGcovLdnDz-s9jgGCqnPq_lFJdo1Gro8Ne2h6NlllAlzlY-XDe_njgD2N405AcK6qqQg3k7ziiJlbOi3pg05AHHyX_-XOBoSHYUPLPH_aTw8FxPzgayl7/w400-h256/25-anni.png" width="400" /></a></div><br /><p>Oggi lavoro ancora. Ho più di 100 siti, tra quelli con il mio dominio (attualmente ho 8 domini) e quelli gratuiti. Ho ottimizzato il mio lavoro per non dover fare troppo e per poter fare quando ne ho voglia. Il successo finanziario non è più così stimolante per me e tengo di avere anche tempo libero per le altre attività che mi piacciono, prima di tutto per i viaggi. Ho preparato una tabella con i compiti da svolgere: semplificando, per ogni sito aggiungere 2 collegamenti all'anno e fare due pagine nuove oppure due aggiornamenti. Non suona molto impegnativo, ma considerando più di cento siti, non è proprio che mi annoio. La media dei guadagni è sotto quella che era all'inizio e si potrebbe dire che mi procuro una paghetta aggiuntiva al mese. Capitano anche i mesi nulli, dove non arriva niente sul portafoglio elettronico dedicato. Poco tempo fa mi sono fatto anche un regalo per questo anniversario di un quarto di secolo; mi sono comprato il nuovo PC. Quello vecchio era del 2007 e dopo 15 hanno è finito come un reperto di storia nella mia cantina; è ancora funzionante.</p><div><br /></div>Webmasterhttp://www.blogger.com/profile/05929661921624723372noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1250957914787876164.post-30533955269770342332021-08-27T07:46:00.005-07:002021-08-27T07:57:52.189-07:00Sito inutile<p> Da anni che faccio il webmaster, ma non ho mai fatto degli investimenti in questo affare. Uniche spese che ho sono due hosting provider ed i miei molteplici domini. Avrei sicuramente il costo del computer stesso con il collegamento ad Internet anche senza fare questo mestiere. Mai comprato i link, che molti fanno, mai investito in una compagna SEO, oppure una promozionale. Ma due anni fa mi sono stati offerti 50 euro da Google AdWord per provare il loro programma di pubblicità. Visto che era un'offerta ho deciso di provare, di allargare i miei orizzonti. Una volta iscrittomi nel programma mi hanno chiesto di aggiungere i miei 5 euro e ho fatto questo piccolo sacrificio.</p><p>Ho inserito nella campagna di promozione il mio sito Forex e ho seguito i risultati. Niente! Nulla! Ho avuto un po' di visitatori, un po' dai vari siti che usano AdSense e prestano il loro spazio alla pubblicità e un po' direttamente da Google, ma il risultato finanziario era nullo. Pensavo di poter investire, non so, 1000 euro e ricevere 1500, cioè avere un capitale con interessi, ma questa prova è stata del tutto negativa. L'anno scorso, tornato dalle ferie ho trovato un'altra promozione di Google che mi regalava 100 euro e senza alcuna aggiunta da parte mia. Visto che è del tutto gratuito, sarebbe stupido non riprovare. Ma questa volta ho scelto una tattica diversa: non pubblicizzavo il mio sito, ma direttamente il mio sponsor. Ho inserito il mio codice promozionale direttamente in AdWord e mi sono messo a seguire il risultato. Molto speranzoso, devo dire, perché l'idea mi sembrava molto buona. Perché far passare un potenziale cliente per il mio sito se può andare direttamente dallo sponsor.</p><p>Le statistiche che metta a disposizione il mio sponsor sono abbastanza dettagliate e riesco a vedere da dove proviene il traffico. Ed i visitatori sono venuti e tutto combaciava molto bene con le statistiche che mi forniva AdWord: si sa che noi affiliati siamo un po' increduli sulla correttezza di quelli che ci pagano e di quelli che paghiamo noi per certi servizi, ma in questo caso tutto perfetto. Tranne la cosa principale: investiti 100 euro, che meno male non erano miei, guadagnati 0 centesimi. Ho sentito che c'è gente che riesce a guadagnare in questo modo, ma a me è andata proprio male. Perché la cosa non funziona, almeno con i servizi che promuovo io, oppure ho commesso degli errori per la mia ignoranza. Ma ho acquisito una nuova esperienza, anzi due.</p><p>Mentre la campagna era in corso, ho avuto una comunicazione da parte dello staff di AdWord che si riferiva al mio sito, che era presente nel account da due anni fa, ma era inattivo nella campagna attuale. Semplicemente mi hanno detto che il mio sito era inutile, perché non dava informazioni utili ai visitatori e avevo soltanto pochi sponsor, cioè il visitatore non aveva molta scelta dove iscriversi per commerciare con le valute. Mi hanno dato anche un indirizzo con due esempi di utilità/inutilità dei due siti simili.</p><p>Brutta faccenda confermata anche dal fatto che un mesetto prima il mio sito è uscito dalla prima pagina dei risultati di ricerca e finito sulla quarta. Non sapevo cosa fare, come renderlo "utile" dal punto di vista del signor G. Ovviamente il verificatore umano non ha sfogliato bene le pagine ed esaminato dettagliatamente il contenuto, perché ci sono delle cose che non si trovano altrove. Avevo bisogno di qualcosa visibile, che faccia rendere conto all' ”ispettore” a prima vista che c'è qualcosa che è valido ed originale per un internauta. Ci ho messo un po' di tempo per arrivarci: ho creato un <a href="http://www.forex-internet.com/forexonline/forex-software.htm">software Forex gratis</a> che segue il trend delle valute e che i visitatori possono scaricare gratuitamente. Ci ho messo due settimane di lavoro e spero che questo lavoro sia pagato in termine di utilità. Non mi resta che aspettare i futuri sviluppi.</p>Webmasterhttp://www.blogger.com/profile/05929661921624723372noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1250957914787876164.post-83478696396836970782021-02-14T10:37:00.003-08:002021-02-14T10:48:06.161-08:00Hosting e domini<p> Ho iniziato la mia carriera di webmaster nel lontano 1997, 14 anni fa, ma ho aperto il mio sito veramente mio per la prima volta nel 2000. Fino ad allora ho usato l'hosting gratuito, ma c'erano sempre problemi con questo. A volte succedeva che semplicemente smeteva di funzionare, o che dopo un paio d'anni chiedevano di pagare il servizio, oppure che il servizio all'inizio andava bene e poi è diventava insoportabilmente inaffidabile. Poiché inizialmente sono riuscito a capire come funziona l'intero sistema e ho guadagnato un po’ di soldi tramite gli sponsor, ho deciso nel nuovo millennio di diventare un po' più professionale e aprire un sito con il mio dominio e avere un hosting professionale. Ovvio, devo pagare per quest'ultimo. Dato che avevo guadagnato qualcosa, mi è sembrato giusto investire parte di quei soldi per migliorare l'attività. Il primo problema era come scegliere un buon hosting. Ho cercato informazioni e studiato varie soluzioni per quasi un mese. Molti fattori dovevano essere presi in considerazione e la decisione era piuttosto impegnativa. Alla fine ho deciso di affidare il mio destino web al provider WebAir, situato a New Jersey, negli Stati Uniti. Tutte le aziende offrono più piani, a seconda di ciò di cui l'utente ha bisogno. Per prima cosa ho optato per un server virtuale, ovvero il mio sito lo avrebbe condiviso con altri siti. Ovviamente, i miei siti gratuiti sono sempre stati su tali server. Costa molto meno di un server personale e questo è stato il motivo principale di questa decisione. Altri due fattori importanti che determinano il prezzo sono la quantità di memoria e la quantità di traffico inclusa nel prezzo di base. Non ho lesinato perché ero pieno di speranza per il futuro sviluppo del lavoro e ho scelto un piano che superava notevolmente le mie esigenze in quel momento.</p><p>Alla fine ho scelto un'opzione che mi costava 39,95 dollari statunitensi al mese. Ho anche registrato il mio primo dominio con lo stesso provider. La mia carriera semiprofessionale è iniziata, nel tempo libero. Ogni tanto ho avuto vari problemi con il provider, soprattutto con la memoria perché spesso mi capitava di non poter inserire nuovi contenuti perché non c'era spazio sul server, anche se la memoria che usavo io era dieci volte inferiore di quella che avevo pagato. Il problema era loro, quindi come vecchio cliente mi hanno trasferito a un livello superiore, ma allo stesso prezzo. All'inizio del 2020, ho ricevuto una notifica che WebAir è stata acquistate da una società più grande e che da una certa data dovrò svolgere tutte le mie attività attraverso di essa. Il suo nome è Nerivon. Alla fine, non mi interessa più di tanto; è importante che tutto funzioni come prima. E così è stato fino alla fine dello stesso anno.</p><p>Poi quelli di Nerivon mi hanno informato che per l'utilizzo del server di posta elettronica mi avrebbero addebitato 5 dollari per ogni dominio. Avevo 4 domini con loro, quindi questo significava un extra di 20 dolari al mese; più della metà di quanto pagavo per l'hosting stesso. La mia protesta, lo scambio di e-mail, ma loro sono più forti: alla fine vendono un prodotto e sta a me decidere se acquistarlo o meno. Il problema è che a volte sono molto pigro. Preferisco spendere di più, quindi non devo fare tutto il necessario quando cambio fornitore. Poi mi hanno detto che avrebbero trasferito i miei domini a casa loro. Il problema è che la registrazione con loro costa 3 volte di più rispetto al prezzo medio su Internet. Quello si che ha rovesciato tutto e mi ha fatto decidere di iniziare a cercare una nuova soluzione.</p><p>Circa 10 anni fa ho aperto un altro hosting con un provider olandese. Sono sempre stato molto contento del serevizio fornito e pago meno della metà di quanto mi costano gli americani. Una possibile soluzione era spostare i miei 4 siti da loro, ma... Preferisco non mettere tutte le uova nello stesso paniere, così dopo pochi giorni sono finalmente riuscito a decidere chi sarà il mio nuovo fornitore. La scelta è ricaduta sulla società di hosting francese Ikoula. A metà prezzo rispetto a Nerivon, e in più include anche HTTPS gratuito. Per i domini ho deciso di scegliere Namecheap in modo che sia indipendente dai miei hosting provider.</p><p>Con Namecheap è andato tutto molto liscio, come previsto: è solo una registrazione del dominio. Sono stati anche molto gentili e mi hanno contattato personalmente, non era una mail automatica, per ringraziarmi della fiducia e offrire il loro aiutio, se mi serve. All'inizio c'erano piccoli problemi con Ikoula e ho scoperto che la loro assistenza tecnica non è delle migliori, ma alla fine sono riuscito a risolvere il problema e al momento tutto funziona bene. Per quanto riguarda il supporto, sempre prima di scegliere un servizio, lo contatto tramite email: voglio vedere se c'è qualcuno dall'altra parte. Ho rifiutato due società di hosting a causa di una risposta tardiva, in un caso, e ambigua, in un altro. Spero che questa mia esperienza possa aiutare alcuni di voi webmaster, in particolare i nuovi arrivati che entrano in quest'area </p><div><br /></div>Webmasterhttp://www.blogger.com/profile/05929661921624723372noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1250957914787876164.post-7346470300341726322020-07-20T00:44:00.002-07:002020-07-20T00:44:56.024-07:00Nuova eraMia moglie si è alzata prima di me e ha preparato il caffè nella caffettiera. Dopo un po' sono uscito dal letto anche io, mi sono lavato la faccia e ho sbrigato le altre attività in bagno, dopodiché mi sono seduto sul balcone. Qualcuno potrebbe persino chiamarlo una terrazza: 2 metri di profondità e quasi 4 metri di larghezza è uno spazio bello e grande. Sono al diciassettesimo piano, l'ultimo e ho una vista spettacolare. Questo è il nostro nuovo appartamento in cui ci sono trasferito circa 25 giorni fa. Le dimensioni sono le stesse del vecchio appartamento; circa 80 metri quadrati. Il vecchio appartamento aveva i suoi vantaggi e i suoi svantaggi rispetto a questo nuovo. La cosa più importante è questo balcone e la vista. Nel vecchio appartamento non avevo nessuno dei due. Mi sono bevuto il mio caffè, mi sono vestito e mi sono diretto in ufficio. Poco meno di mezz'ora a piedi. Questo è un altro grande vantaggio. Vivevo fuori città e mi ci voleva un'ora circa per arrivare in ufficio: 10 minuti a piedi fino alla stazione ferroviaria, mezz'ora sul treno suburbano, un cambio della metropolitana e altri 10 minuti di viaggio, e infine 5 minuti a piedi per raggiungere l'ufficio. Un'ora per arrivare in ufficio e un'ora per tornare a casa. Il conto è semplice: adesso ho un'ora di tempo libero in più al giorno.<br />
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Siamo all'inizio dell'estate ed è abbastanza caldo. Quindi la mia passeggiata al lavoro è condizionata dalla ricerca di ombra lungo la strada. Mentre sono in movimento, il mio cervello funziona meglio, quindi in una mezz'ora a piedi penso a cosa dovrò fare in ufficio, quali sono i piani per altri giorni e a volte mi passa per la testa anche qualche riflessione sulla politica o sport. Oggi mi giravano nella testa i ricordi sui giorni passati; l'attività principale era legata al trasloco stesso. Durante quel periodo, ho comprato un nuovo appartamento e venduto quello vecchio. In effetti tutto era già stato organizzato e concordato prima, ma era necessario firmare contratti, pagare l'appartamento acquistato e incassare il denaro per quello venduto. Molta amministrazione e burocrazia. Dovevo pagare due agenzie immobiliare, l'imposta sull'acquisto e anche il notaio ha chiesto la sua parcella. Mi sembrava che stavo solo compilando assegni e trasferendo denaro dal mio conto bancario ai conti di altri soggetti. Poi è arrivata la parte fisica del lavoro. Dovevo preparare le scatole con le cose da traslocare, trovare qualcuno che li sposterà e finalmente sistemare tutto nel nuovo appartamento. Dato che abbiamo acquistato un appartamento praticamente arredato, a parte il soggiorno, non abbiamo quasi acquistato alcun mobilio, il che ha notevolmente risolto la situazione già abbastanza difficile. Alla fine, tutto è andato bene e sono soddisfatto della scelta di mia moglie. È tutta colpa sua. Non mi sarebbe mai venuto in mente di traslocare.<br />
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Durante tutto questo tempo, il lavoro del webmaster era praticamente fermo, rimasto in uno stato latente. Ho pensato spesso, con un certo senso di colpa, che questo periodo di non lavoro era troppo lungo e che avrei dovuto fare qualcosa, ma non riuscivo a convincermi ad iniziare. Il poco tempo libero che potevo dedicare al lavoro, alla fine non l'ho usato. I giorni erano sempre pieni di vari eventi e di sera ero molto stanco. L'attività più importante che riuscivo a gestire era guardare la TV. Spesso guardavo semplicemente lo schermo senza rendermi davvero conto di cosa sto vedendo. Per le prime due settimane dopo essermi trasferito, ero senza la connessione ad Internet, quindi questo ha ulteriormente influenzato la mia inattività. Dicono che non c'è vita senza WiFi.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiO1rI7s_EYHEnndhxsDCAa00MkAJpNbYaz3dBXioUHt5flz5YBBXBe5vElx8lXWy3QUy95vM2lg8HLYzzgNDjnwRnPJJTsmJfYBPRVVkE_Wp1DnRd6zNPuTYC4_F2dRKLGFjerWe4KADk/s1600/vista-dal-appartamento.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Vista dal mio nuovo appartamento" border="0" data-original-height="480" data-original-width="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiO1rI7s_EYHEnndhxsDCAa00MkAJpNbYaz3dBXioUHt5flz5YBBXBe5vElx8lXWy3QUy95vM2lg8HLYzzgNDjnwRnPJJTsmJfYBPRVVkE_Wp1DnRd6zNPuTYC4_F2dRKLGFjerWe4KADk/s1600/vista-dal-appartamento.jpg" title="Vista dal mio nuovo appartamento" /></a></div>
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Una settimana fa, finalmente ho avuto la connessione; una vera fibra. Prima avevo una normale ADSL. Mi sono finalmente svegliato e ho iniziato a occuparmi del mio affare web. I più grandi lavori nell'appartamento sono stati completati, quindi sono riuscito a rilassarmi e ho iniziato ad analizzare cosa si doveva fare in rete. Per prima cosa ho controllato come ero posizionato sui motori di ricerca. Questo controllo faccio abitualmente una volta al mese, quindi posso facilmente confrontarlo con la mia condizione precedente e vedere se le cose peggiorano o migliorano. Sono stato stagnante per molti mesi. Ciò che mi preoccupa ancora di più è che per alcune parole chiave nel posizionamento, la pagina dell'indice principale non è elencata, ma alcune pagine interne che non hanno molto a che fare con l'argomento stesso ci sono. Inoltre, ho notato da tempo che molti dei miei siti sono stati copiati da altri webmaster, in particolare le pagine iniziali.<br />
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Dopo un lungo spaccamenti della testa, come si tradurrebbe la famosa frase in inglese, ho fatto un piano e sono entrato in azione. Mi sono concentrato sulle pagine iniziali. Alcuni l'ho riscritto completamente, cambiando completamente il testo, in altri casi ho cambiato alcuni paragrafi e il lavoro più semplice era quello di aggiornare quelli rimasti. A volte ho semplicemente aggiunto un nuovo paragrafo alla fine della pagina, oppure l'ho inserito da qualche parte nel mezzo. Quindi mi sono risparmiato molte ore di lavoro e un lavoro così diversificato mi permetterà di vedere qual è la strada giusta da seguire nel futuro. Ho bisogno di vedere alcuni progressi, per ottenere uno slancio per ulteriori lavori. Oggi ho visto che la pagina iniziale di un sito dedicato al Forex non è più presente nella memoria del Google, ma sono fiducioso che si tratta di un passaggio intermedio e che tornerà tra qualche giorno.<br />
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Webmasterhttp://www.blogger.com/profile/05929661921624723372noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1250957914787876164.post-50266851495979166362019-11-29T07:53:00.001-08:002019-11-29T07:53:16.586-08:00La storia<br />Quando non c'è nulla su cui scrivere, qualcosa si deve inventare. Un possibile argomento è quello di ripercorre la strada percorso dall'inizio al momento attuale. In altre parole, descrivi la storia di un'opera sin dal suo avvio. Se un blog è in circolazione da molto tempo, verrà sempre trovato materiale sufficiente per riempire una pagina. Datemi un attimo di tempo per sfogliare le pagine e vedere quando è stato pubblicato il primo post. Era il 12 settembre 2007, più di 12 anni fa. È un buon inizio perché il periodo di tempo è abbastanza lungo per trovare tanti momenti interessanti nella sua vita che posso descrivere. A proposito di statistiche, il mio file in cui conservo tutti i post è di 37 pagine e quasi 17.000 parole. Ad essere onesti, non è una grande produzione; poco più di mille parole all'anno. Ma partiamo dall'inizio.<br />
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Ho aperto questo blog, il mio primo in assoluto (dopo verranno tanti altri), perché ho sentito che si parlava molto dei diari personali su Internet. Avevo visitato alcuni e non ero particolarmente colpito in modo positivo. C'erano luoghi in cui le persone descrivevano quando si alzavano, cosa mangiavano a colazione, come e su quali basi sceglievano i vestiti e le scarpe da usare quel giorno, e tutto ciò, e persino con dettagli intimi. Tali diari erano terribilmente noiosi per me. C'erano quelli tematici, in cui qualcuno ha presentato un segreto o un trucco della propria professione personale e mi sono piaciuti molto di più. Ho deciso di provare a scrivere sul blog. Cosa scriverò per i miei visitatori, potenziali ovviamente? La domanda più grande era: perché dovrei perdere tempo con questo? A quel punto, mi sono reso conto che siti Web come questo possono essere molto utili per i collegamenti HTML verso altri. Chi linkerò io? Le altre mio opere, quelle più interessanti per me.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj3bUS4Taxyy5dRFpxmV6k3Ks6EYnsRyp1Ug7Y_u34DvEWKqd5KpC6De9dtb0MtGgIZ4JwuP-o3OQzvXKi9LO4MJZ9RYr4bW8wKlitakJDMoo-_eMKy9DDcliZg0AT-PVsAaAAFX0JHuSs/s1600/rete.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="La rete ci segue dappertutto" border="0" data-original-height="478" data-original-width="640" height="239" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj3bUS4Taxyy5dRFpxmV6k3Ks6EYnsRyp1Ug7Y_u34DvEWKqd5KpC6De9dtb0MtGgIZ4JwuP-o3OQzvXKi9LO4MJZ9RYr4bW8wKlitakJDMoo-_eMKy9DDcliZg0AT-PVsAaAAFX0JHuSs/s320/rete.jpg" title="La rete ci segue dappertutto" width="320" /></a></div>
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<br />Quando inizio un progetto, cerco di farlo bene. Sono una persona del genere. Inoltre, mi è sempre piaciuto dare qualcosa agli altri, essendo altruista. E’ sempre saggio scegliere un argomento che sia familiare; così è più facile lavorare perché l'ispirazione si basa su una particolare conoscenza che si possiede. Dato che tutto è anche direttamente collegato a Internet, e da quel momento ho capito che il denaro proveniva dai motori di ricerca, la decisione è caduta nello scrivere qualcosa che fosse potenzialmente utile a coloro che fanno le stesse cose come me, ai webmaster. Tale decisione, nel mio futuro lavoro, creerà alcuni problemi che non ho immediatamente compreso.<br />
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All'epoca ho programmato molto perché era anche uno dei miei passatempi preferiti. Non solo mi stavo divertendo, stavo anche facendo qualcosa di utile per ottenere un ritorno finanziario da quest’attività. A quei tempi si parlava molto di PageRank e ho pensato che sarebbe stato bello poter calcolare da solo il valore dello stesso con le proprie forze. Mi è stato subito chiaro che questo non poteva funzionare perfettamente perché non avevo abbastanza informazioni e, soprattutto, non avevo abbastanza potenza di calcolo. Quindi bisognava fare qualcosa di approssimativo che potesse usare i dati a cui potevo facilmente accedere. I miei primi articoli sono di natura quasi matematica, perché stavo spiegando l'algoritmo di calcolo, quello vero e quello mio, semplificato. L'idea era di rendere disponibile l’applicazione ai miei visitatori sul blog dopo il suo completamento.<br />
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Dopo aver completato il software, averlo provato in dettaglio e aver verificato che fosse davvero un buon prodotto, cominciavo ad avere dei dubbi. Darlo via gratuitamente significa che anche i miei concorrenti avranno delle informazioni utili. Mi è sembrato stupido. A un certo punto ho pensato di metterlo in vendita, ma richiedeva un lavoro extra che non ero pronto ad accettare a quel punto. Un problema simile si verificherebbe se scoprissi qualcosa che la maggior parte degli altri non sapeva o non voleva dire a tutti. Il mio ego mi spingeva di pubblicare e spiegare tutto in modo che il mondo intero potesse celebrarmi, la mia ingegnosità. Alla fine, concluderei sempre che è meglio mantenere un segreto e trasformarlo in denaro piuttosto che godersi la gloria; sappiamo tutti che dura brevemente. Tuttavia, alla fine, a volte ho trovato un discreto compromesso tra dire e non dire. Chi ha capito un po' di più è stato in grado di scoprire dove fosse il trucco leggendo tra le righe.<br />
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Non sono un talento letterario, quindi spesso trovo difficoltà nel scrivere un testo. So cosa vorrei dire, ma non riesco a sintetizzarlo ed esprimerlo in modo semplice e comprensibile. Con il passare degli anni, anche il mio stile di scrittura è migliorato. Tutto è andato più liscio, direttamente dal cervello alla carta (scusate, alla tastiera e poi allo schermo) e alla fine ha avuto un senso, almeno a volte. Ancora oggi mi capita di scrivere qualcosa di estremamente brutto, ma il mio processo creativo è stato notevolmente migliorato grazie a anni di formazione. Il mio obiettivo era una volta qualche centinaia di parole, ma spesso impegnavo anche due a tre ore per raggiungere tale obbiettivo. Oggi compilo una pagina A4 in meno di un'ora, incluso il controllo di ciò che ho scritto.<br />
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<strong>Le reti sociali</strong><br />Colgo lo spazio anche per esprimere la mia opinione sul fenomeno che sta dominando la nostra civiltà per anni: i social network. Questo è il mio grande svantaggio; semplicemente non li uso. Una delle scuse, che ha senso, è che non voglio prendere un altro impegno. È noto che questo è un ottimo modo per promuovere i servizi offerti online, ma richiede molto lavoro e questo lavoro deve essere continuo. È anche conveniente promuovere qualcosa che sta davvero andando bene e io ho alcuni siti che potrebbero rientrare in questa categoria. Mi sono dato l'incarico, ma non è stato detto che lo rispetterò, per lanciare almeno un canale l'anno prossimo, per pubblicizzare uno dei miei lavori umoristici. Ciò che mi respinge da tutto ciò, a prescindere dalla necessità di un ulteriore sforzo, è il problema della privacy. Oggi i social network sono i principali collezionisti dei dati sui potenziali clienti e io non ho alcuna voglia di entrare spontaneamente in questa categoria. Devo trovare una buona ragione, direi che i soldi potrebbero essere una, per buttarmi in una simile avventura. E solo poche righe per raggiungere uno degli obiettivi che raramente raggiungo: scrivere qualcosa con oltre mille parole. Oggi è davvero una bella giornata. Perfino il sole brilla timidamente tra le nuvole. Che esso possa essere con tutti voi.Webmasterhttp://www.blogger.com/profile/05929661921624723372noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1250957914787876164.post-91719515361320109162018-11-27T08:13:00.002-08:002018-11-27T08:29:38.970-08:00Come raggiungere un buon posizionamento su GoogleIl G. insiste sul concetto dei link spontanei. Gli utenti che hanno visitato il sito rimangono affascinati dal contenuto e inserisco un collegamento nel proprio sito, o blog. Bello, ma certi tipi di siti non gli vuole linkare nessuno. Prendiamo per esempio quelli dedicati ai casinò online. A quelli della concorrenza non verrebbe mai in mente l'idea di linkare un sito con quale sono in competizione. I giocatori, ai quali il sito può veramente piacere, sono interessati al gioco e non hanno propri mezzi in rete da dove linkare. Forse qualcuno ti menziona da un forum, ma anche questo non è molto probabile. Pertanto, se vuoi sopravvivere devi darti da fare. Ma il lavoro deve essere molto intelligente: il signor G. deve pensare che ci sono altri che ti linkano e non che ti dai da fare tu stesso per procurati i collegamenti esterni. La parola d'ordine è diversificare come se fosse fatto da tante altre persone.<br />
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Cosa vuol dire diversificare? Leggendo un po' qui e un po' là, ed avendo certe esperienze proprie, cercherò di elencare alcune cose sulle quali si deve stare attenti. Partiamo dalle parole chiavi collegate ai link. Se non erro, all'inizio del 2012 è stata introdotta questa regola. Il pensiero era: se tante persone linkano un sito in modo spontaneo, il titolo, cioè la parola chiave con il quale viene linkato varierà. Indagando sui siti che gli sembravano buoni e autentici, lo staff del motore di ricerca più famoso del mondo è arrivato alla conclusione che al massimo il 50% (circa) dei titoli usati possono essere uguali. A quei tempi ho sentito sulla propria pelle introduzione di questa regola: i miei numerosi siti hanno perso tantissime posizioni su Google. Gli addetti al lavoro sono stati bravi e sono riusciti velocemente capire il problema e la diffusione dell'informazione è stata veloce: oggi cerco di tenere la mia keyword principale al 40%, per avere un margine di sicurezza. Se si sta molto vicino al limite, basta perdere due o tre link per superare il limite ed essere puniti. Legato sempre allo stesso discorso sono anche i link che utilizzano l'indirizzo del sito come parola chiave, Dalla mia esperienza, occorre avere un minimo del 5% di questi titoli, ma cerco di stare anche sul 10 – 15%.<br />
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Un'altra diversificazione necessari, è avere una certa percentuale (sto indagando a proposito e non saprei in questo momento esprimere un numero) dei collegamenti nofollow, cioè quelli che non ti passano PageRank. Anche questo rientra nella spontaneità: non avere alcun link con nofollow, visto che questa modalità di linkare è abbastanza diffusa in rete, mette il dubbio al G. che tutti i collegamenti sono creati dalla stessa persona. Fate furbi e simulate la spontaneità. Ci sono anche altri piccoli accorgimenti. Trovo abbastanza producente linkare utilizzando l'indirizzo come il nome del collegamento, ma inserendo nel codice il tag "title" con la principale keyword. Non sempre, per lasciare sempre la sensazione della naturalezza. Questo è ancora meglio se si fa link con un'immagine. In questo caso sfrutto anche i "title" ed "alt" dell'immagine stessa. Un altro accorgimento che applico è utilizzare l'indirizzo, ove possibile, con il codice diverso. Per esempio, a volte linko "http://mysite.com/", ma qualche volta tralascio la barra finale, così "http://mysite.com". Uso ogni procedimento che mi viene in mente per diversificare di più.<br />
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Un'ultima cosa. Ho tanti blog che uso per dare i collegamenti ai miei siti principali. Non che combatto per la posizione, ma averla buona crea un po' di traffico e dà anche la possibilità di ottenere qualche clic verso quei posti che possono produrre qualche profitto. Analizzando ultimamente alcuni, me ne sono accorto che non è sufficiente avere i link con la parola chiave, ma anche nelle pagine la stessa deve essere presente. Se non, niente piazzamento. Questa regola è stata introdotta per evitare gli spiacevoli inconvenienti che per alcune cose volgari esca al primo posto il sito che non c'entra niente. Ti ricorderai che parecchi anni fa, cercando certe parole sprezzevoli, al primo posto usciva il sito del presidente statunitense, non molto amato dai suoi sudditi. Da adesso, inserirò le keyword necessarie nei testi che posto. Addirittura, in alcuni casi ho ripreso certi post e li ho corretti, aggiungendo la parola chiave nell'articolo in modo che sembri tutto naturale.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQZiX5ro9c3jJBx8OaXxzvmmQeqzZwbPE2RkE_usvHR0RWUyNjs7zLiaZsxfbGJPWI4cabOuJrm4Bt_k28foWoWdbR7h5TTUCkuZpJ_seAeRnZRW4u6XDePSBREYdCViRmlZVVS0xg3ZU/s1600/organo-del-tempo.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Organo del tempo" border="0" data-original-height="480" data-original-width="360" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQZiX5ro9c3jJBx8OaXxzvmmQeqzZwbPE2RkE_usvHR0RWUyNjs7zLiaZsxfbGJPWI4cabOuJrm4Bt_k28foWoWdbR7h5TTUCkuZpJ_seAeRnZRW4u6XDePSBREYdCViRmlZVVS0xg3ZU/s320/organo-del-tempo.jpg" title="Organo del tempo" width="240" /></a></div>
Ci sono varie teoria sulla vita. Alcune sono contrarie tra di loro. Per esempio una dice che la vita è breve e che bisogna sfruttare ogni suo momento. In altre parole, ci sono così tante cose da imparare, da leggere, che stare sdraiato in spiaggia con una bibita in mano passa per il tempo perduto. In quella oretta potevo approfondire il sistema bibliotecario della Francia medioevale. Stare davanti alla televisione rientra nella categoria del tempo perso, con qualche eccezione. Seguire Grande fratello è uno spreco imperdonabile, perché là non impari niente, non c'è niente di intelligente da vedere o da comprendere. Non hai prodotto nulla! In quelle 3 ore potevi trovare 2 buoni collegamenti (intendiamoci, se hai avuto la fortuna) oppure scrivere un nuovo articolo per qualche blog, come per esempio questo. Fino a qualche anno fa anche io ero tra i sostenitori di questa teoria. Uno più attento, guardando le date qui a sinistra, potrebbe da solo arrivare alla conclusione che nel frattempo il mio orientamento filosofico è cambiato. Sono passati 16 mesi dalla mia ultima apparizione in questo posto.<br />
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La dottrina opposta a quella precedentemente esposta è che tutto quello che fai è comunque inutile, almeno lo diventa ad un certo punto. Fare le cose che non ti piacciono, che ti costringi da solo a fare, non sono divertenti e sono proprio quelle che possono rientrare nella categoria del tempo perso. Qui dobbiamo escludere le attività necessarie per la nuda sopravvivenza. Bisogna guadagnare i soldi per garantire l'esistenza del corpo e dell'anima. Purtroppo è così e non si scappa alla condanna eterna. Ma io sono arrivato al punto che questo vincolo è diventato poco importante: ho accantonato le risorse finanziarie necessarie e non ho disperato bisogno di accumulare ancora. Comunque, per essere sincero, questa costrizione di fare qualcosa di utile mi è rimasta dentro, in buona parte. Ti crescono e ti educano così ed è difficile cambiare la strada, anche quando diventi una persona matura. Adesso basta con la confessione e cerchiamo di dire qualcosa sul tema.<br />
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Blogspot rientra nei soliti servizi gratuiti che devono coprire le spese delle risorse che mettono a disposizione dei clienti e fare anche un profitto. Ma come si fa, se è tutto gratis? Raccogliendo i dati dell'utente. Ultimamente sono usciti tanti scandali a proposito e se ne parla spesso. Questi giorni c'è una nuova normativa europea sulla protezione dei dati. Secondo me è tutto un fumo per mascherare le attività di raccolta e di uso dei dati. Fino a poco tempo fa Blogspot cercava in modo disperato di avere il numero del mio cellulare. Quando eseguivo l'accesso, con la username e la password, ma informava che tale azione poteva essere eseguita di qualcun altro che mi abbia rubato la parola chiave. Pertanto, per la mia sicurezza, mi chiedevano il numero del cellulare per mandarmi un SMS di verifica che attesti la mia personalità. Quanta premura per proteggere il mio blog. Ma io il mio numero non te lo do, capito! C'è un altro fatto; io semplicemente non possiedo un cellulare. Mai avuto.<br />
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Negli ultimi tempi hanno alleggerito il comportamento e mi mandano una e-mail nella quale mi danno un codice che devo inserire come terzo elemento di riconoscimento. Una rottura di scatole, ma con questa procedura riesco andare avanti. Ecco una della ragioni perché qui non scrivevo da mesi. Non volevo dare i miei dati e per questo non potevo aggiornare il blog. Ma la mia pazienza ha vinto questa battaglia e loro si sono dovuti arrendere. Una piccola vittoria personale contro un gigante del mondo moderno. Per chi non sa, Blogspot è la proprietà della più famosa macchina di ricerca in rete, come anche tante altre cose, più o meno conosciute.<br />
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Con il ricercatore della rete ci sono dei problemi, almeno dalla parte mia. Sparito il PageRank è diventato un lavoro arduo a trovare i collegamenti per i propri siti e capire se questi vanno bene o meno. Tra gli altri parametri, mi baso anche sul fatto che una pagina si trovi nel cache di Google. Se non si trova dentro, non è considerata del motore e pertanto è inutile perdere tempo. Ma da più di un anno mi sono accorto che non è proprio così. Ci sono moltissime pagine fuori dalla memoria del signor G, ma compaiono se si fa la ricerca "site:dominio.it". Questa scoperta mi ha sorpreso e disorientato parecchio. Ho cercato di capire di cosa si tratta e di vedere se anche gli altri webmaster se ne sono accorti del fatto. Forse ho cercato male, ma non ho trovato una traccia di questo problema nei vari forum.<br />
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Ultimamente in modo ossessionato controllo la presenza dei miei siti nel cache, almeno una volta ogni due mesi. Ma non basta, perché devo controllare anche quelli che mi linkano. Un impegno che non finisce mai. Ho scoperto anche una mia pagina che è al primo posto per la ricerca di una parola, ma non compare nel cache (ricerca con "site:" è positiva). Dopo tante indagini ed un'approfondita riflessione ho concluso che le pagine aggiornate tanto tempo fa e senza aver avuto dei nuovi link nei mesi precedenti semplicemente scompaiono dalla memoria. Se il sito al quale appartengono ha una certa valenza, comunque risultano rintracciabili con "site:...", nel caso contrario scompaiono anche da là. Spero che questa informazione possa esser fruttuosa per qualcuno di voi che mi leggete.<br />
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Webmasterhttp://www.blogger.com/profile/05929661921624723372noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1250957914787876164.post-61217845764505265102017-01-10T02:21:00.005-08:002017-01-10T02:21:58.498-08:00Blog gratis<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2Dc36eDeUGKqCCBwsscdK8MeJI1KjwwCk92UB5VhzIMLvXeEZtjk3qech24SsmY0VwuSrCVLSR1OVjPpE7inYzQDzZ_9obY1khxNgMUCKcywDz4ZpSF0SfYEqOowZgaA1nP93rylfrLc/s1600/fiera-berlino.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2Dc36eDeUGKqCCBwsscdK8MeJI1KjwwCk92UB5VhzIMLvXeEZtjk3qech24SsmY0VwuSrCVLSR1OVjPpE7inYzQDzZ_9obY1khxNgMUCKcywDz4ZpSF0SfYEqOowZgaA1nP93rylfrLc/s320/fiera-berlino.jpg" width="186" /></a></div>
Buon anno a tutti. Personalmente spero che veramente vada un po’ meglio di quello appena passato. Avevo una serie di problemi con la saluta e ad una certa età, quella è la cosa che inizia ad essere di una certa importanza. Non era niente di serio, ma la sofferenza c’era. I problemi con i denti si stanno protraendo anche in questo periodo. Per quanto riguarda il lavoro di webmaster, si lavoricchia. Ogni tanto capita la mancanza di stimoli e di periodi vuoti dove non ho piani precisi cosa e perché fare. Spesso mi perdo nell’operato non molto utile, così per far passare il tempo ed avere una scusa davanti a me stesso che sono ancora dentro.<br />
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Per risollevare il morale e la voglia di fare ho deciso di visitare la fiera dei giochi d’azzardo e strumenti finanziari online a Berlino, nella seconda metà di ottobre. La speranza era di vedere le novità sul campo messe dai gestori, ascoltare gli esperti del SEO e scoprire qualche nuovo spunto per ritrovare la direzione giusta e la creatività mancante. Il primo giorno una brutta sorpresa per quanto riguarda l’organizzazione della fiera: l’apertura tardava un ora intera. Siamo in Germania, mi chiedevo? All’inizio non conoscevo nessuno, ma il terzo giorno avevo già fatto un po’ di conoscenza. La gente interessante e simpatica, ma troppo legata al lavoro, nel senso che non ci sono altri temi sui quali si può chiacchierare con loro. L’utilità del viaggio era molto relativa. Aveva più valenza turistica, ho visitato per la prima volta la capitale della Germania, che lavorativa. Ho trovato uno nuovo sponsor per il Forex, sul consiglio del mio sponsor attuale, ma l’esperienza per adesso non è molto positiva.<br />
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Molti di noi aprono i blog gratuiti, per garantirsi dei link verso i siti che ci appartengono. Io li chiamo di supporto. La cosa migliore sarebbe avere il dominio e il hosting proprio, ma questo costerebbe, e pertanto si va sulle soluzioni gratuite. Il problema è che non tutte sono buone, per vari motivi. Uno dei problemi è che il provider spesso interrompono il servizio e ci tocca trovare uno nuovo. A volte il sistema in automatico aggiunge un Nofollow ai link che inseriamo e questo non ci piace, ma ci può anche stare in quanto garantisce una diversificazione delle tipologie dei collegamenti (sembrerebbe il signor Google lo apprezza). A volte i collegamenti inseriti diventano un indirizzo dinamico, praticamente irriconoscibile.<br />
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Questo è il caso dei blog che ospita jimdo.com. Uno ci potrebbe dire che anche questo rientra nella differenziazione, e potrebbe essere accettabile. Proprio ieri ho chiuso un mio giornale informatico su questo host e la ragione principale era l’interfaccia poco comprensibile e controllabile. Prima avevo problema di entrare nel mio account: la forma contiene tutti i campi, indistintamente sia per la registrazione che per l’accesso. Ho provato con i vari browser, ma problema persisteva. Una volta dentro, questo problema avevo anche prima, non si riusciva a capire come inserire le fotografie nell’articolo. Alla fine sono riuscito a sistemare tutto, controllando bene. Nel pomeriggio, probabilmente avevo un’intuizione a proposito, riapro la pagina e le fotografie mancano. Tranne una, ma quella si vedeva solo a metà.<br />
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Stufo della faccenda ho deciso di cancellare il conto. Ci ho messo più di 15 minuti per capire come si fa. L’interfaccia non ha niente di intuitivo. L’unico approccio valido è provare a cliccare tutto e sperare di trovare quello che serve prima dell’ultimo tentativo: la sfortuna qui mette spesso il dito. Il blog di cui sto parlando era al suo terzo host; i primi due hanno chiuso e jimdo.com alla fine ho chiuso io. Adesso sono sul quarto tentativo. Ma non si diceva che non c’è due senza tre? Nella nuova era informatica sembra che dobbiamo cambiare anche i detti popolari.Webmasterhttp://www.blogger.com/profile/05929661921624723372noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1250957914787876164.post-82812064496261587742016-04-29T07:37:00.003-07:002016-04-29T07:37:46.322-07:00Pagerank non visibileL'introduzione del concetto del Pagerank come misura della popolarità di un sito è stato uno dei punti cardine nella storia della ricerca online. Fino ad allora bastava copiare un sito che si trovava in cima dei risultati ed era fatta. Ma con l'istituzione del Pagerank il concetto è cambiato notevolmente: era praticamente impossibile avere gli stessi link che aveva il sito copiato. All'inizio dell'epoca nelle prime pagine della ricerca si potevano trovare soltanto i siti con un Pagerank molto elevato (almeno un 3, ma spesso anche un 6, in dipendenza dal valore commerciale delle parole ricercate): in effetti, tra i numerosi parametri che influenzavano la classifica, il PR era uno dei più importanti. E si sono dati tutti da fare a procurarsi un numero maggiore dei link e qui comincia il problema del quale la soluzione è l'ultima trovata di Google; non mostrare più questo dato.<br />
<br />Il concetto del mister G era semplice: più buono è il tuo sito più gente ti linkerà, in modo spontaneo. Ma chi mi linka spontaneamente? E' una possibilità molto incerta è non posso permettermi di basare i miei affari su un fatto così aleatorio. Pertanto si è cominciato a spammare i blog con i commenti che sempre avevano all'interno un collegamento, per caso, e quelli più facoltosi hanno iniziato a comprare i link. L'idea originaria ha iniziato a perdere il senso in quanto i webmaster hanno iniziato ad influenzare il SERP. Google ha reagito con le penalizzazioni, dove riusciva a capire che si trattava dei comportamenti scorretti, ma alla fine la soluzione finale era un peso sempre minore di questo parametro. Ultimamente il Pagerank influenzava molto poco le classifiche ed i risultati delle ricerche sono diventati peggiori. Di questo gli utenti si lamento da anni. <br />
<br />Ed è per questo che il valore di Pagerank scompare dalla vista. Da qualche settimana Toolbar funziona come prima, ma mostra un PR 0 per tutti i siti. Google ha annunciato ufficialmente che il Pagerank esiste ancora e fa ancora parte dei parametri che influenzano le posizioni nel SERP, ma che semplicemente non è più visibile. In altre parole, gli utenti non sanno quali sono i siti con un PR alto o basso. Con passare del tempo si perderanno anche le tracce storiche dei valori, anche se sarà sempre possibile intuire il valore di un sito. E da questo punto, probabilmente tra un paio di mesi Google inizierà ad aumentare l'importanza del Pagerank nella graduatoria sperando di recuperare la qualità di ricerca e la fiducia, ormai un po' persa, dei propri utenti.<br />
<br />E cosa faranno i webmaster? Non è semplice supporre quello che succederà, ma io ho un'idea a proposito. Tutti coloro che, come me, credono nella rivalorizzazione del grado di pagina, riapriranno la caccia ai link, ancora più spietata rispetto al passato. Questa caccia è calata notevolmente negli ultimi 2-3 anni e molti si sono concentrati sul lavoro interno alle proprie pagine. Ma adesso si tornerà alla raccolta dei collegamenti molto più intensa; per il fatto che non si conosce il valore che si ottiene sarà necessario procurarsi più grande numero possibile dei link. La quantità diventerà più importante della qualità per la semplice ragione che quest'ultima è diventata sconosciuta. E ci saranno i tentativi di ricostruire il valore con il quale Google opera, simulando i calcoli che portano ad esso. Per poter eseguire queste simulazione occorrerà avere i dati sui milioni di siti ed eseguire le elaborazione che dureranno dei giorni. Chi riuscirà a raggiungere questo scopo, sicuramente non regalerà i risultati delle ricerche. Cercherà di farsi pagare molto bene per gli sforzi compiuti ed i mezzi impegnati. E alla fine se ne approfitteranno i soliti noti, quelli con il portafoglio pieno.Webmasterhttp://www.blogger.com/profile/05929661921624723372noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1250957914787876164.post-4169508614321466042015-10-30T08:54:00.002-07:002015-11-15T04:01:55.303-08:00Soluzione cellulare<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggkQNTQLODT-Qq_ijKd69vaOeFyoRfDOFDUXqsyVECf0IpNNDpVJYCgvNo_e773RNVd8pmOEWtg26LMeFKjYI_9YI2C2bJPeG43HbMZT1paI-R2VeroQMKmUuZWDFoFWB78R0Ap7czAts/s1600/cellulare.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggkQNTQLODT-Qq_ijKd69vaOeFyoRfDOFDUXqsyVECf0IpNNDpVJYCgvNo_e773RNVd8pmOEWtg26LMeFKjYI_9YI2C2bJPeG43HbMZT1paI-R2VeroQMKmUuZWDFoFWB78R0Ap7czAts/s320/cellulare.jpg" width="179" /></a></div>
Da più di dieci anni che faccio da webmaster; l'anno prossimo addirittura saranno venti. Mi sento un po' esaurito e svogliato. Quello che per un lungo periodo mi teneva in barca sono i soldi; guadagnarli più possibile. Era lo scopo del lavoro, anche se c'erano molti effetti collaterali piacevoli, come per esempio essere il primo nei motori di ricerca. Era una grande soddisfazione perché mi confermava la mia bravura, oppure fortuna, e dopo portava comunque verso il guadagno. Messo in scrigno un gruzzolo, sono arrivati i tempi duri, tantissima concorrenza, più giovane e per questo probabilmente più creativa e stimolata. E con la scusa di aver già raggiunto una certa meta prefissata, in quanto già appagato, ho trovato la scusa per rilassarmi, per lavorare di meno, per trascurare le indagini sui fenomeni legati a questa professione. Perché il sapere è tutto e io ultimamente utilizzo la base di qualche anno fa, senza aggiornamenti sulle nuove tendenze e regole.<br />
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Nel primavere passata mi è arrivata un'e-mail dal signore G che mi informa che un mio certo sito non è ottimizzato per i telefoni di nuova generazione. Avendo sentito anche la notizia che in Italia, da poco, il numero delle persone che navigano dagli smartphone ha superato quello degli utenti sui PC i notebook, ho concluso che dovrei muovermi in questa direzione e che questo potrebbe essere il modo per migliorare la redditività. Mi è stato consigliato anche l'indirizzo https://developers.google.com/speed/pagespeed/insights/ per la verifica delle pagine. Basta inserire l'URL della pagina che si vuole verificare e Google analizza tutti gli aspetti importanti per un utente con un telefonino di ultima generazione. Alla fine dà un voto all'esperienza utente che va da 1 a 100. Se il voto è alto, da 85 a 100 compare il colore verde. Se si va da 70 a 85 siamo in area gialla, cioè attenzione. Se il voto è ancora più basso spunta un rosso preoccupante. Nel caso del giallo e del rosso, Google abbatte il punteggio del sito e lo arretra nei risultati della ricerca per coloro che usano il loro App sui telefoni mobili.<br />
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E le mie pagine erano tutte nella zona rossa. Male, molto male. Visto che le mie posizioni anche nella ricerca standard, quella per i PC, non erano molto buone, qui praticamente significava che nessuno che usa un cellulare non può trovare il mio sito. Di questo fatto non me ne fregava gran che, specialmente perché io non possiedo e non ho mai avuto un cellulare. Ma iniziavo a capire che bisogna estendere la presenza anche su questo campo. E così mi sono dato da fare. C'è una riga chiave nella testata del codice delle pagine:<br />
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<meta name="viewport" content="width=device-width, initial-scale=1.0">
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Con questa si dice al cellulare di rappresentare la pagina in modo migliore possibile per la schermata dello stesso, usando la piena larghezza dell'apparecchio, mantenendo la scala 1:1. Sembra un po' tutto contradditorio e ho messo un bel po' di tempo ad arrivarci, sperimentando le varie soluzioni. In alte parole, con il commando soprastante si dice a stringere tutto in una finestra, diminuendo la scala soltanto a proporzione della larghezza dello schermo. Se si ha un testo puro, oppure le tabelle non fissate come larghezze ed una grandezza dei caratteri sufficiente per essere visibile quando si diminuisce il testo, va bene tutto. Ma questo non è quasi mai il caso. Se avete una pagina fissa con la larghezza superiore a quella del cellulare, una parte rimane fuori schermo e vi beccate un voto semaforico giallo o rosso. Altro problema sono le immagini e video che avendo la larghezza fissa, non rientrano nel viewport.<br />
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Alla fine della storia, ho sistemato tre siti. Per tutti ho applicato le tabelle variabili, fissando il rapporto tra le varie colonne come percentuali, non pixel. Per le foto e video ho dovuto inserire il codice javascript per variare la larghezza in funzione allo schermo dove sono rappresentate. Qui ho avuto delle grande difficoltà. Sono riuscito trovare velocemente il codice che mi serviva e quello funzionava su Chrome, ma non su Internet Explorer 8, quello vecchio che uso ancora proprio per la compatibilità verso basso. Persi due, tre giorni, per puro caso ho trovato la soluzione: all'inizio della pagina occorre inserire e così funziona su entrambi i browser. Tantissima fatica, ma il risultato non si è visto, penso per pura colpa mia: semplicemente mancano le altre ottimizzazioni per Google.<br />
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Webmasterhttp://www.blogger.com/profile/05929661921624723372noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1250957914787876164.post-32244045269385713642014-10-09T04:39:00.002-07:002014-10-09T04:40:58.547-07:00Verificare i fattiIn rete si trova un'abbondanza delle informazioni, un po' su tutto ed in particolare su quello che serve ai webmaster; la cosa più importante come far salire il proprio sito in classifica locale o mondiale. Ma molte indicazioni legate a questo campo sono non verificate, di dubbio valore. Spesso a qualcuno viene idea di interpretare certi fatti in modo suo e visto che quello può essere molto bravo a spiegare il proprio pensiero, l'ipotesi diventa una verità, anche se in effetti non lo è. La miglior cosa è eseguire le verifiche da soli, ove possibile, e basarsi sul proprio lavoro. E così mi sono dato da fare per trovare dei riscontri che riguardano la questione dei collegamenti "cattivi".
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Un mio sito dedicato al mercato del gioco d'azzardo, indirizzato verso un certo paese, relativamente piccolo, da anni era il padrone indiscusso nel SERP: il primo posto per quasi tutte le parole chiavi significanti. Questo grazie anche al fatto che l'area in questione non era molto interessante e non portava guadagni elevati, cioè la concorrenza quasi inesistente. Ma viste le problematiche legate alla legislatura dei molti singoli paesi che hanno regolamentato il mercato, gli introiti ultimamente scendevano notevolmente e così anche quegli stati più piccoli cominciavano ad essere interessanti, sia ai gestori, che ai webmaster. Il primo segno ho avuto nel luglio del 2013; sono sceso al secondo posto. La caduta è continuata nel tempo e sono arrivato verso il fondo della prima pagina. I giocatori che sono entrati in partita sono molto più potenti di me e per questo dovevo tirare fuori un poco di creatività.
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Ho individuato uno dei siti che si trovava davanti a me e ho deciso di metterli un po' di link supposti indesiderati, cioè provenienti dai siti che si rivolgono agli adulti, prevalentemente maschi; spero di essermi spiegato. All'inizio 6 collegamenti, 12 e alla fine 24, cioè tutti quelli che erano a mia disposizione e che potevo sfruttare. Sono rimasto molto sorpreso con l'effetto provocato: la mia meta, già dopo i primi 6 link è salita dal terzo al primo posto. Pensavo: forse occorre raggiungere una certa percentuale dei collegamenti cattivi. Anche quelli di Google hanno un po' di cuore e mica ti penalizzano per uno o due cose brutte. Per questo che ho continuato ad aggiungere i link, ma il risultato non era cambiato.
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Visto che oggi in pratica non ci sono i mezzi che indicano quanti back link possiede un sito, ho provato con uno più basso in classifica. Si è ripetuta la stessa cosa: la mia vittima è salita al secondo posto. Ma come è possibile? E se forse i siti di questo tipo, cioè per adulti, sono messi nello stesso cestino con quelli che si occupano di giochi d'azzardo e in effetti linkati tra di loro vanno bene? Dovevo provare con un'altra categoria e ho scelto quella dei servizi finanziari. Riutilizzati i collegamenti precedentemente impiegati e l'esito si è visto velocemente: il perseguitato è semplicemente scomparso dalle pagine del più usato motore di ricerca. Perciò il concetto dei bad links è valido, ma occorre considerare l'appartenenza dei siti che si linkano per capire se questo andrà considerato.
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Qualcuno avrà già fatto l'ipotesi che alla fine ho usato i 24 collegamenti per il mio sito e che sono attualmente al piedistallo. Sbagliato! Mi è passata quest'idea in test decine di volte, ma non avevo coraggio di provare. E se ho trascurato qualche parametro che quelli con cui ho provato avevano ed io no? Può darsi che il ragionamento sulla percentuale dei collegamenti non buoni è corretta e quelli che cercavo di fregare hanno molti link in più rispetto al mio tesoro. Tante domande, poche risposte ed una certezza: il mio sito porta ancora qualche soldino anche in quella posizione non piacevole. Sbagliare porterebbe via quel piccolo profitto, uno degli ultimi rimasti dopo gli anni di gloria. La paura, niente altro.
Webmasterhttp://www.blogger.com/profile/05929661921624723372noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1250957914787876164.post-72690411471713753852014-04-05T08:53:00.002-07:002014-04-08T06:07:39.415-07:00WebmasterLa calma piatta per quanto riguarda le novità relative al mio lavoro di webmaster. Pertanto vi racconto una storiella, strettamente in tema di questo blog. Eccola qui!
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Un webmaster di successo, diventato molto ricco negli anni di duro lavoro, ha deciso di prendersi un anno sabatico e fare il giro del mondo su uno yacht di lusso preso in noleggio per questa occasione. Ovviamente gli affari, tutti i sui siti con gli sponsor che gli pagavano profumatamente per avere il traffico che lui riusciva a generare, non si potevano lasciare senza sorveglianza e pertanto si è portato con se anche i computer e per le zone isolate in mezzo oceano, dove non poteva collegarsi ad Internet, si è procurato anche un telefono satellitare di ultima generazione che garantiva la connessione in una qualsiasi parte del mondo. Costava tanto, sia il telefono che la connessione, ma i soldi per lui non erano un problema.
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Partito dalla costa occidentale degli Stati Uniti verso ovest, dopo due mesi di viaggio lento, molto piacevole e rilassante, il suo umore è diventato euforico quando ha visto che il posizionamento dei suoi siti sui principali motori di ricerca è migliorato grazie alle sue ultime azioni svolte proprio da qui. Sentiva una nuova energia spirituale e la sua creatività diventava ancora più notevole. Si trovava nel mezzo dell'Oceano Pacifico quando è arrivata una tempesta tropicale che ha ribaltato il suo natante. Quando ha capito che lo yacht non riuscirà a resistere all'uragano, si è messo velocemente addosso il giubbotto di salvataggio, di quelli autogonfiabili, ed era l'ultima azione della quale si ricordava quando si è svegliato su una spiaggia di sabbia bianca, lavata dalle lunghe onde del mare. Non ci ha messo molto per scoprire che si trovava su un'isola sperduta nell'oceano.
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Ha vissuto sull'isola lottando contro la fame, il clima, di notte freddo e di giorno caldissimo, ma sempre con la speranza che qualcuno finalmente riuscirà a scoprirlo e salvarlo. Dopo sei mesi la speranza diventava sempre più debole, la disperazione spesso prendeva il sopravvento e lui aveva capito che quello stato di cose si sarebbe prolungato ancora per molto tempo. Così ha deciso di costruire una capanna dove avrebbe vissuto a tempo indeterminato, garantendosi un minimo di protezione contro gli eventi metereologici. Una mattina, svegliatosi nella sua umilissima dimora, ha trovato davanti a se una bellissima donna, bionda ed abbronzatissima.
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La donna gli ha spiegato che anche lei era una naufraga e che viveva dall'altra parte dell'isola. Ci hanno messo 2 ore per raggiungere la capanna che lei aveva costruito. Ma che capanna! Non fatta dai rami e dalle foglie di palma come la sua, ma costruita con i profili metallici e rivestita con panelli di plastica. E dentro c'era di tutto: un frigo, una cucina a gas, un tavolo con le sedie e tutti gli attrezzi di cucina. Nella camera da letto c'era un vero letto con il materasso, un armadio e dietro la baracca c'era anche un generatore diesel che produceva l'energia elettrica. Le ha spiegato che è riuscita a recuperare tutte queste cose dalla nave sulla quale si trovava e che era affondata quasi due anni prima.
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Lui, meravigliato di questo miracolo improvviso, si è lavato (si c'era anche l'acqua a sufficienza per farsi una doccia), ha mangiato il cibo dalla ricca scorta della donna e si è fatto una dormitina sull'amaca sotto la palma. Quando si è svegliato, la donna stava davanti a lui, completamente svestita e gli disse:<br>
- Adesso avrai quello che sognavi nei sei mesi passati da solo su quest'isola.<br>
Lui, tutto eccitato:<br>
- Ma dai – non ci credo! Hai anche una connessione a Internet?<br>
Webmasterhttp://www.blogger.com/profile/05929661921624723372noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1250957914787876164.post-52800847473700156682013-10-04T07:30:00.000-07:002013-10-04T07:31:53.251-07:00IngiustoL’estate è passata e stanno arrivando i giorni più corti e freddi. Per molti sarà l’ora per tornare a lavorare duramente per recuperare il tempo perso sotto l’ombrellone in spiaggia oppure sui sentieri e sulle cime delle montagne. Mica tanto perso, noterà più che giustamente qualcuno. In effetti si lavora per potersi permettere di divertirsi e non lavorare; un po’ contradditorio come concetto e come la nostra vita. Io ho fatto due vacanze da due settimane separate: un viaggio esotico ed un riposo al mare. Ma ho lavorato anche per il resto del periodo estivo, cercando comunque di diminuire l’intensità e l’impegno; gli accumulatori devono essere ogni tanto riempiti, se no, non si va da nessuna parte.
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Tornando dal mare nell’ultima metà di agosto, che ho trascorso senza computer accanto, ho trovato una brutta sorpresa: due domini da dove prendevo tantissimi collegamenti sono stati chiusi, o meglio dire non rinnovati dal parte dei proprietari. Una centinaia di link in meno che bisognerebbe recuperare non è una notizia allegra, ma succede abbastanza spesso. Come nella vita reale, nemmeno su Internet si possono trovare i punti fissi e sicuri. Calma e pazienza, poteva andare anche peggio. Esaminate le mie posizioni nei motori di ricerca non ho trovato tante novità; ho una montagna delle pagine penalizzate e in questa occasione vi voglio parlare di questo, cioè almeno in questo modo entrare in polemica con Google.
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Secondo il mio punto di vista, comunamente accettato anche dagli altri, il webmaster ha la piena responsabilità per quanto riguarda il suo sito, il contenuto dello stesso e i collegamenti esterni presenti su di esso. Se qualcosa di questo non è a posto secondo i parametri impostati e considerati è più che giusto che Google applichi le penalità e così diminuisce l’esposizione del sito nella SERP. Questo è un chiaro segnale al webmaster che deve lavorare onestamente e per la beneficenza, almeno indiretta (quella personale non la possiamo negare), della comunità informatica.
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Da tempo ci sono delle voci che Google sanziona anche per gli link esterni non buoni, quelli che linkano il sito che stiamo considerando. Non volevo sentire queste chiacchiere (per me erano questo) in quanto non ritenevo possibile che una società di questo livello mondiale possa fare una mossa di genere, profondamente ingiusta. Ma visto che le cose andavano veramente storte ho deciso di scegliere 2 siti mal posizionati, dove non potevo perdere niente, e eliminare quelli che consideravo i collegamenti cattivi. Sembrerebbe che la cosa sta in piedi, cioè i miei piazzamenti sono migliorati qualche settimana dopo l’azione intrapresa. E’ quasi una conferma (potrebbe essere anche qualche altra ragione per questo miglioramento che ho ottenuto) che il signor G. penalizza i link malvagi. Qui si potrebbe aprire un’ampia discussione sulla definizione degli stessi, ma lasciamo perdere.
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Per avere una prova definitiva adesso dovrei fare quello per cui considero questa pratica ingiusta ed inaccettabile: linkare con questi brutti collegamenti qualche sito ben posizionato e vedere se va giù nella classifica. Anche si sono molto ostile a questa pratica, penso che prima o poi mi verrà voglia di provare. Ma non sarebbe più giusto semplicemente non considerare i link brutti, anziché penalizzare i siti per questo aprendo in questo modo un largo fronte di guerra tra i webmaster dove a volte conviene di più cercare di fregare gli altri che lavorare per migliorare se stessi?
Webmasterhttp://www.blogger.com/profile/05929661921624723372noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1250957914787876164.post-13100382958679491742013-04-10T04:35:00.000-07:002013-04-10T04:38:24.889-07:00Delusioni continuanoGrazie alle mie attività su Internet, più quelle pregresse che attuali, non sento molto questa crisi economica che dilaga nell’Europa e nel mondo. Mi sono procurato un appartamento tutto mio, la macchina è vecchia ma serve bene ed un gruzzolo è a parte. Recentemente gli introiti sono diminuiti, ma gocciola ancora un po’ grazie al lavoro che ho svolto negli anni passati. Non sono per niente scontento e le problematiche recenti che incontrano i miei siti le prendo con filosofia. Continuo a lavorare, anche perché questo mi fa piacere (mi ritengo fortunato per questo), senza pensare troppo allo scopo finale di tutto ciò, cioè i soldi.<br />
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Una delle mie attività che continua senza interruzione e la ricerca dei backlink nuovi, dai domini non usati fino ad ora. Due giorni fa ho trovato un’ottima messo di guadagnare un centinai di collegamenti con un certo valore, cioè con il pagerank che vale qualcosina. Continuo ad avere l’idea fissa che i backlink insieme con il pagerank ritorneranno prima o poi ad avere un’importanza maggiore rispetto ad oggi; in effetti mi sembra l’unico modo veramente sostenibile per distinguere i siti tra di loro. Gli accorgimenti che sta mettendo in pista Google da un annetto mi sembrano poco incisivi e non migliorano i risultati della ricerca.<br />
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L’ultimo di quelli che ho saputo recentemente sono le penalità che si infliggono ai siti che nella parte superiore dello schermo hanno dei banner pubblicitari. Da alcuni mie studi risulterebbe che a volte applica le sanzioni anche dove si trova un’immagine di testa un po’ più imponente. La scusa per fare questo sono le presumibili lamentele della clientela alla quale non piace dover scorrere lo schermo per arrivare al argomento che interessa. Ma il fatto è che a volte dove non devi trascinare giù la barra di scorrimento non c’è la sostanza desiderato, e al contrario, dove devi fare questo piccolo sforzo fisico, trovi quello che è del tuo interesse. Si stanno confondendo, mi pare, certe cose come la comodità di navigazione e la sostanza espressa.<br />
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Non riuscendo ad arrivare ai visitatori provenienti dai motori di ricerca, i migliori, cerco di farli venire dalle altre sorgenti. Una è quella dei miei siti che non promuovono gli sponsor e non hanno alcun tipo di pubblicità economica, ma un po’ di visitatori c’è l’hanno ed anche qualche piazzamento decente nel SERP. E’ chiarissimo che sono propensi anche cento volte di meno ad acquistare qualche servizio che non stanno cercando e che può essere ritenuto del tutto occasionale come offerta, ma comunque possono far guadagnare qualcosa: un mattone sopra un altro e ci si arriva alla casa.<br />
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L’altro modo che utilizzo è cercare di risultare più verso alto nelle varie top liste delle quali mi servo. Mando qualche click manualmente, usando a volte anche i proxy. Un’operazione un po’ discutibile e non del tutto ortodossa, ma nessuno di noi è proprio un fiorellino. Tutto in attesa che quel signore finalmente decida che i miei siti sono buoni abbastanza per essere presentati in prima pagina ai ricercatori delle rete e permettermi di tenere relativamente alto il tenore della mia vita.<br />
<br />Webmasterhttp://www.blogger.com/profile/05929661921624723372noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1250957914787876164.post-46020626512734198722012-11-22T07:51:00.000-08:002012-11-22T07:51:10.299-08:00Densità delle parole usate per collegamentiAll’inizio del mese di Novembre l’soggetto della nostra smisurata l’attenzione, cioè Google, si ha dato da fare ed ha rivisto i pagerank e ci ha fatto vedere i nuovi valori. Sono andato piuttosto bene: 16 siti con PR5. Sono un genio! Nell’ultimo lasso di tempo lavoravo faticosamente creando i nuovi collegamenti e l’esito è risultato positivo, almeno per quanto riguarda questo criterio. Purtroppo, ed è successo lo stesso anche ad Agosto quest’anno, il mio posizionamento non rispecchiava questo buon andamento, anzi. Ma penso finalmente di aver capito dove è la rogna per un bel po’ dei miei siti.<br />
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Tutti gli interventi intrapresi ultimamente non hanno dato una certezza sulla loro bontà perché le acque non si smovevano e io non riuscivo a convogliare tanto desiderato traffico dai motori di ricerca. Continuavo con le prove, verifiche e controlli, ma anche con la ricerca nei forum. E penso di aver capito finalmente dove si trova la causa dei miei guai. Per dire la verità il concetto lo conoscevo già, ma mi mancavano i parametri. <br />
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Con l’aggiornamento di Panda (comincio a odiare ‘sto animale, piccolo, brutto e pigro) dell’Aprile 2012, Google ha introdotto le penalizzazioni per i siti troppo ottimizzati. Esiste l’ottimizzazione interna e quella esterna allo stesso sito. Quella interna si riferisce prevalentemente alla concentrazione delle keyword sulla pagina, mentre quella esterna è vista come la densità delle parole chiavi con le quali è linkata la pagina in questione. Immagino che il concetto è il seguente:<br />
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<li />Diciamo che il limita accettato è del 4%; se si va oltre scatta subito una penalizzazione. Google divide l’effettiva percentuale con il limite e così ottiene il coefficiente dell’ottimizzazione interna. Il massimo è 1.</li />
<li />Su tette le parole chiavi con le quali è linkato il sito si trova la percentuale. Supponendo che tutti i link usano una keyword sola, si arriva al 100%. Dividendo con il limite fisico, cioè il 100%, si ottiene in questo caso un fattore di ottimizzazione esterna par a 1. Sembrerebbe che superando il valore di 0,5 (cioè il 50% - prima consideravo il 70%) scatta una punizione automatica relativa a questa voce sola.</li />
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Inoltre, quando si moltiplicano o sommano questi due valori si ottiene un numero unitario della pagina. Se questo numero supera un certo limite, del quale non ho la più pallida idea, scatta la punizione e la pagina arretra nel piazzamento. Il mio problemino sono backlinks e sto cercando di diluire la densità degli stessi.<br />
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A volte uno non è proprio sicuro se gli è stata inflitta una pena, oppure gli altri hanno operato meglio e per questo si trovano davanti. Un aiuto per comprendere la situazione è consultare il sito googleminusgoogle.com, dalla quale l’esistenza ho scoperto da poco. E’ un ramo di Google che non applica Panda. Se la il vostro sito qui fosse molto più avanzato nella classifica rispetto a Google stesso, potete essere quasi certi che siete penalizzati.<br />
<br />Webmasterhttp://www.blogger.com/profile/05929661921624723372noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1250957914787876164.post-20494136234218206132012-05-21T04:40:00.002-07:002012-05-21T04:43:18.859-07:00Aggiornamenti continuiNella mia elucubrazione mentale precedente vi ho descritto i miei problemi con un mio sito mal visto da Google. Sono passati 6 mesi da quando ho messo a disposizione dei miei visitatori un freeware, arricchendo il contenuto ed il servizio offerto, sperando in questo modo di migliorare l’immagine del sito negli occhi degli ispettori, ma per adesso nessun miglioramento. In effetti non ho un modo di capire se qualcuno ha controllato il contenuto e di forzare una verifica. Nel frattempo anche un altro mio sito ha subito un peggioramento: da un’abituale seconda o terza posizione in prima pagina dei risultati di ricerca, sono sceso prima al quinto e dopo al sesto posto. Con questo cambiamento sono corso giù da quasi 1000 visitatori provenienti da Google a giorno a circa 300: pessimo e molto scoraggiante. Mi sono messo ancora a studiare e una delle indicazioni principali che ho trovato è di avere un sito dinamico, che cambia spesso i contenuti e che si aggiorna in continuazione.<br />
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Ma io non sono un webmaster di professione e stare dietro quotidianamente a questo lavoro non mi va per la pigrizia e anche per la mancanza del tempo libero. Ho riflettuto bene sul problema cercando una soluzione leggere, per me e mi è venuta. Sulla pagina iniziale del sito ho inserito un SSI (server side included) al quale ho associato un programmino in Perl che quotidianamente mi cambia un paragrafo della pagina. Ho impostato un file di testo dove ogni riga è un capoverso e quando trovo un po’ di voglia arricchisco questo file in modo di avere un contenuto più ricco e meno ripetitivo. In questo modo, il foglio dell’inizio è tutti giorni diverso, anche se il contenuto si ripete dopo un po’ perché per adesso ho preparato soltanto 9 sezioni. Questo ha anche un altro scopo, di far visitare la mia pagina più spesso dal robot e di avere nel cache del Google sempre la pagina molto fresca.<br />
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Ho introdotto questa novità da una ventina di giorni e per ora non c’è una conseguenza concreta e sto per fare un'altra modifica. Me ne sono accorto anche che la distribuzione delle mie parole chiavi non è sempre uniforme nel testo, cioè un po’ all’inizio, alla metà e alla fine del contenuto, come consigliato dai maggior esperti del settore. Pertanto mi tocca un bel lavoro per ovviare a questo difetto. Ultimamente ho trovato anche un’altra informazione che potrebbe essere preziosa. Un po’ di anni fa un minimo di testo necessario per essere ben visti era di circa 200 parole. Questa quantità nel frattempo è aumentata e io cerco di tenere i miei contenuti a circa 500, anche 600 parole. Ma alcune fonti sostengono che la cifra giusta è diventata 900 voci, o addirittura 1200. <br />
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Personalmente mi sembra una forzatura in quanto la quantità spesso va a scapito della qualità. Perdersi nei meandri linguistici per dire che il bianco e l’opposto del nero è inutile, ma se il signor cercatore lo vuole, o meglio, se si presume che ha questi desideri, i cercherò di accontentarlo. Anche questo presuppone un bel po’ di lavoro e tempo impiegato, pertanto ci scelgo due tre siti e ci provo per verificare l’effettiva utilità di questo parametro. Si vede anche da questo post che sto forzando il linguaggio per allungalo; un po’ di allenamento per il compito più generale che mi aspetta. <br />
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Qui da noi, in Italia, stanno succedendo delle cose brutte: l’altro ieri è successo un attentato in una scuola mentre ieri c’era il terremoto in Emilia. Le cose bruttissime che ha volte ti fanno perdere la voglia di fare, di andare avanti, di innovare. Ti chiedi a cosa serve tutto ‘sto duro lavoro se domani il mondo si può capovolgere e finire sulla tua testa. Dopo passano tre, quattro giorni e si inizia a tornare nella normalità, o forse meglio chiamarla la monotonia. Un continuo combattimento con una cosa virtuale, che non esiste fisicamente, che è soltanto un codice, due miseri byte che stai cercando di capire e scoprire.<br />
<br />Webmasterhttp://www.blogger.com/profile/05929661921624723372noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1250957914787876164.post-37392514371633571942011-09-14T01:42:00.000-07:002011-09-14T01:43:42.203-07:00Elementi HTML e testoVisto che il pagerank ultimamente conta molto meno rispetto ad una volta, nel periodo passato tra due post mi sono concentrato sugli altri aspetti importanti per collocamento nei motori di ricerca. L’ultimo aggiornamento è stato fatto alla fine del Luglio di quest’anno e io in qual periodo stavo in ferie; due bellissime settimane in Africa che mi sono permesso grazie ai soldi guadagnati con Internet. Tornato a casa ho trovato una lettera elettronica di un amico che mi avvisava dell’accaduto, cioè che Googhi si ha dato da fare. Un veloce sfogliata dei miei siti mi ha dato un grande piacere, i nuovi pagerank erano sostanzialmente migliori rispetto a quelli precedenti. Sono arrivata addirittura ad avere 4 siti con il PR5. Ma visto che lo scopo finale non è il pagerank, sono andato a verificare le mie posizioni nei risultati di ricerca. Ma che delusione: la maggior parte dei siti ha perso molte posizioni, andando in alcuni casi dalla prima alla quinta pagina.<br /><br />Passati alcuni giorni mi sono accorto che quasi tutti i pagerank sono tornati ai vecchi valori. Ho dovuto dire ciao, ciao a tutti e 4 PR5. Ma che c…. sta succedendo? Forse quelli nei forum hanno avuto qualche illuminazione, hanno capito qualcosa che io non riesco a vedere. Ma niente anche di là. In effetti, anche nei forum ho trovato un’atmosfera cupa, gelida, di disperazione perché nessuno capisce niente, oppure non vogliono rivelare le informazioni utili. Centinaia di ipotesi su come procedere, cosa fare, ma nessuna certezza, nessuna conferma sui fatti esistenti che un approccio sia meglio dell’altro. Alla fine mi sono rimasto me stesso e mi sono dato da fare, confrontando i primi posti per le varie parole chiavi, cercando di scoprire degli elementi, delle modalità da introdurre per potenziare i miei siti. Senza andare a spiegarvi come e perché, ecco i due accorgimenti che sto applicando attualmente, sperando di vedere un esito positivo.<br /><br />Mi sono ricordato un colloquio di un po’ di tempo fa con un conoscente che insisteva sull’importanza dei vari elementi HTML presenti nella pagina. In effetti, analizzando alcune pagine ben piazzate, mi sembra di aver avuto una certa conferma di questo. Pertanto cerco di introdurre i nuovi html tag nelle mie pagine, come per esempio CITE, UL, EMBED e così via, cercando di avere delle pagine più ricche come codifica. Questo per me significa anche più complicate, che personalmente non mi piace perché ritengo che la bellezza è nella semplicità, ma devo cercare di adattarmi alla situazione se voglio fare qualche altro bel viaggio.<br /><br />Per quanto riguarda il testo contenuto della pagina, con lo solito accorgimento di avere una certa presenza della parola chiave, cerco di ripetere meno possibile altre parole, ricco rendo molto ai sinonimi, avendo in questo modo una ricchezza linguistica maggiore. Mi ricordo che alla scuola la professoressa dell’italiano diceva sempre di evitare di ripetere le stesse parole. Mi sono fatto un piccolo programma che fa un conteggio delle parole all’interno del testo e mi sono accorto che in alcuni casi avevo delle parole ripetute, che non c’entravano niente con le mie keyword, e delle quale la densità nel testo si avvicinava a quella delle parole chiavi. Pertanto, come nella finanza, occorre diversificare gli elementi di codifica, le parole presenti nel testo ed i contenuti del sito. Buon lavoro a tutti.Webmasterhttp://www.blogger.com/profile/05929661921624723372noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1250957914787876164.post-65258508257160109852011-03-23T15:46:00.001-07:002011-03-23T15:46:33.396-07:00Le ultime GoogleateVado matto per le nuove invenzioni linguistiche e sono stato molto contento quando mi è arrivata l’idea per il titolo. Ma qualcun altro ha già avuto quest’illuminazione? Facile verificare con il signore che fa le ate. E’ la risulta che sono stati tanti prima di me di avere ‘sta ispirazione, ma me la tengo comunque in quanto, giuro, è il prodotto originale del mio cervello. In questi giorni siamo più o meno a un anno dal grande rinnovo che Google è apportato nel suo algoritmo e si possono tirare le somme del risultato ottenuto. Si sono due aspetti principali da considerare, il punto di vista di noi webmaster che stiamo cercando di piazzare i nostri capolavori nella prima pagina e l’esperienza dei comuni navigatori che semplicemente cercano per procurarsi qualche informazione, necessaria per il loro lavoro, oppure divertimento. I webmaster hanno digerito i mutamenti e si sono adottati alle nuove regole. Per alcuni è andata bene, ma molti ancora oggi non sono riusciti i livelli di successo che avevano ieri e purtroppo quello che scrive è tra loro.<br /><br />Ma per i surfer è andata ancora peggio. Un rivista americana specializzata nel tema delle ricerche su Internet ha pubblicato un’indagine svolta tra i comuni utenti della rete e tra quelli che lo fanno in modo professionale ed il risultato è stato catastrofico. Google non risulta più il migliore motore di ricerca e la qualità degli esiti di ricerca offerti sono peggiorati rispetto al periodo precaffeina, come hanno denominato la nuova variante introdotta anno scorso. Per controllare questa notizia mi sono messo anche io a fare qualche indagine è sono davvero deluso con quello che Google forniva. Cercando “forex online” su un motore nazionale, dai primi 10 siti elencati, quattro non davano alcuna informazione utile. Addirittura, al primo posto c’era un post di un forum di una sola frase, cioè senza contenuto e con un pagerank 0. Molto sorprendente. Anche la dirigenza di Google se ne accorta di quello che sta succedendo ed avendo paura di perdere la clientela, ricordiamo ci che in ballo ci sono tantissimi soldi, hanno annunciato che stanno rivedendo profondamente l’algoritmo e che nel più breve tempo possibile cercheranno di migliorarlo e di dare agli utenti finali un buon prodotto.<br /><br />Per gli addetti ai lavori di tutto il mondo si prospetta un nuovo lavoro, prima di tutto di capire le modifiche che saranno introdotte e dopo di applicare le opportune mosse per raggiungere l’obbiettivo di essere presenti nella prima pagina. Si enunciano tante notti insonne, molta caffeina per tenerci svegli e le nuove frustrazioni vedendo il proprio sito scivolare 10 – 20 pagine indietro. Ma questo è Internet e bisogna adattarsi. Uno dei modi di riuscire in qualche modo indenne da queste faccende è di fare i vari siti in modo diverso, applicando anche una politica di backlink diversificata, in modo di avere i vari profili e sperare che uno di questi è già ben ottimizzato per i cambiamenti che arriveranno.Webmasterhttp://www.blogger.com/profile/05929661921624723372noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1250957914787876164.post-28408316078145124822010-11-11T11:33:00.000-08:002010-11-17T11:11:25.797-08:00Parametri del SEO, seconda parteSì, è passato un po’ di tempo dal mio ultimo post in quanto durante la stagione estiva preferisco passare tempo nella natura, camminando e guidando la bici, che davanti al monitor. L’estate è già da parecchio passata ed è ora di tornare a lavorare. La prima puntata era a marzo e proprio in quel periodo sono accadute le cose nuove, di enorme importanza per noi webmaster. Google ha introdotto Cocaina. Si hai letto bene, la nuova versione non si chiama Caffeina, come vogliono farci credere, e ho le prove inconfutabili a proposito. I ranking che da, rispetto a quei precedenti, può essere prodotto soltanto da un’entità fortemente drogata: non si capisce una mazza come funziona. O almeno è stato così all’inizio, uno shock generalizzato per gli addetti al settore, ma adesso i webmaster cominciano piano, piano a capire le nuove regole e ad adattarsi a loro. I cambiamenti introdotti sono notevoli ed in molti casi ci vorrà un bel po’ di tempo e di lavoro per tornare sulle posizioni precedenti, ma questo è Internet, molto dinamico, tanti cambiamenti, oggi ci sei e domani non ti trovo più da nessuna parte. Ma torniamo al tema in oggetto.<br /><br />Spesso la seconda parte di un film o di un libro ha lo stesso titolo come il primo ma con l’aggiunta della parola “revange”, cioè “vendetta”. Perciò, il titolo potrebbe essere Parametri del SEO, la vendetta delle SE. In effetti, negli anni a venire gli algoritmi diventavano sempre più complicati che soltanto pochi riuscivano di venire a capo. Ma la svolta epocale è stata l’introduzione dei backlink come parametro. Replicare un sito è facile, ma avere gli stessi collegamenti esterni è molto più difficile, specialmente se il tizio che vogliamo riprodurre ha una propria rete dei siti da dove si linka; certamente non darà un collegamento alla concorrenza. <br /><br />Con la nascita di backlink è nato anche il mercato dei collegamenti. Io ti pago e tu inserisci un collegamento verso il mio sito su una tua pagina web. Il risultato di questo era che i forti, penso a quelli con una solida base finanziaria, sono diventati ancora più forti e quelli deboli, ma spesso pieni di entusiasmo e con ottimi contenuti, sono quasi spariti dalle prime pagine con i risultati. Anche Google si è accorto dell’accaduto e ha introdotto delle nuove regole che tutto sommato non hanno cambiato molto il concetto; è difficile essere sicuri che un link sia stato venduto, cioè comprato. Pertanto Internet rispecchia benissimo la società di oggi, puro capitalismo – soldi guadagnano soldi. Niente disperazione, ci sono tante eccezioni a questa regola.<br /><br />Uno dei risultati di back link è anche il pagerank, largamente analizzato su queste pagine, che ultimamente è diventato meno importante di una volta, ma diversamente da molti webmaster che lo ritengono morto (l’argomento a loro favore è il fatto che non è stato aggiornato da più di mezz’anno), io penso che sia ancora uno dei parametri che entrano in gioco. <br /><br />Tornando sulle parole utilizzate per linkare il nostro sito, Cocaina ha introdotto una novità. In pratica sono stati penalizzati i siti troppo ottimizzati per i motori di ricerca. Una di queste ottimizzazione è considerata anche troppa uniformità nella parola chiave presente negli ancor tag che ci linkano. Pertanto, secondo le ultime conoscenze del settore, occorre diversificare questa keyword. Se per esempio la nostra keyword principale è “annunci online”, bisognerebbe diluire la sua presenze su circa 70% dei casi e per il restante 30% utilizzare le parole alternative, come per esempio “migliori annunci online”, “annunci compra e vendi” e simile.<br /><br />Ci sono ovviamente anche altri termini di raffronto, dicono più di cento, che Google considera, molti dai quali poco conosciuti, ma li vediamo nella puntata successiva.Webmasterhttp://www.blogger.com/profile/05929661921624723372noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1250957914787876164.post-210666731986196392010-03-01T05:42:00.000-08:002010-03-01T05:43:16.732-08:00Parametri del SEO, prima parteIn questo articolo, ed alcuni successivi, affronterò il problema dei parametri che influiscono il piazzamento, principalmente in Google. Conoscere questi parametri e poterli misurare in qualche modo dà un grande vantaggio in quanto permette di ottimizzare il proprio lavoro ed ottenere un buon risultato finale. Ma prima di passare al sodo permettetemi una parentesi dove racconterò un po’ come avevo affrontato io e come si affrontava in generale questo problema nell’era di pietra di Internet.<br /><br />Alla fine degli anni 90, cioè nel secolo scorso, quando ho cominciato anche io ad accedere ad Internet con un lentissimo modem di 16K, aveva già capito quanto è importante piazzarsi bene nei motori di ricerca per avere un traffico di qualità, cioè i visitatori che cliccano i banner e ordinano la merce o i servizi che si offrivano. A qui tempi, insieme con AltaVista, il motore internazionale più usato e popolare era Infoseek. Mi sono dato da fare a capire come funziona e ho passato ore e ore confrontando i vari siti presenti sulle prime pagine dei risultati cercando di scoprire il meccanismo che regola che starà davanti nella classifica e chi dietro. Allora le SE non prendevano in considerazione i backlink ed il lavoro consisteva nell’analizzare il contenuto delle pagine e per questo era abbastanza semplice arrivare all’algoritmo usato. Sono riuscito nel mio intento e ho scoperto proprio la formula matematica che assegna il punteggio alla pagina e che si basava sulla presenza della keyword nel titolo, nel testo e nei link. Mi bastava prendere il primo classificato, analizzare il codice HTML e riuscivo a produrre la pagina che si piazzava meglio, cioè davanti al primo: il risultato, il mio sito diventava il primo piazzato.<br /><br />I miei primi siti e i primi soldini provenivano dalla sponsorizzazione dell’industria per gli adulti. Essere il primo nella classifica per la parola “porno” voleva dire qualche migliaia di dollari al mese ed io ci riuscivo spesso. Pensavo già di lasciare il mio lavoro e dedicarmi a tempo pieno al mestiere di webmaster, ma anche gli altri sono riusciti a scoprire le regole e dopo qualche mese la battaglia era feroce e si lavorava in continuazione per vincere sui concorrenti. Dopo, anche i responsabili di Infoseek si sono accorti che le cose non vanno bene ed hanno iniziato a cambiare l’algoritmo molto spesso, complicandolo sempre di più. Hanno introdotto i limiti per la densità della parola chiave: se la parola chiave superava diciamo 7% del totalità delle parole del testo, la stessa andava penalizzata. Per poter piazzarsi bene bisognava scrivere i testi sempre più lunghi ed i file diventavano sempre più grandi, qualche centinai di kilobyte. E non andava più bene la ripetizione infinita delle parole (mi sono fatto anche un generatore di parole che me le ripeteva tante volte quante ne richiedevo) che si ricorderanno tutti che navigavano in quegli anni. Anche oggi si trovano delle pagini simili e vuol dire che alcuni webmaster non si sono proprio aggiornati in tutti questi anni, oppure sono presenti ancora i file vecchi, mai rielaborati.<br /><br />Lo stesso discorso potrei ripetere anche per Arianna, il più famoso motore italiano di quel epoca. Mi ricordo anche oggi come si calcolava il punteggio di una pagina: numero delle parole della keyword nel titolo moltiplicato per 10 più numero delle parole che si trovavano direttamente nel testo della pagina. Visto la complessità delle procedure di oggi, fa davvero ridere, ma tutte le cose hanno un periodo di infanzia.Webmasterhttp://www.blogger.com/profile/05929661921624723372noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1250957914787876164.post-44189543370741418342009-10-09T06:49:00.000-07:002009-10-09T06:50:06.878-07:00Scolpire il PageRankIn inglese di dice “PageRank Sculpting”, cioè tradotto letteralmente in italiano sarebbe scolpire il pagerank. Ma come si fa a scolpire una cosa di genere? In effetti non si scolpisce, cioè modella proprio il pagerank, ma la sua distribuzione all’interno di un sito. Tutti noi che abbiamo uno o più siti ci rendiamo conto che alcune pagine del sito sono più importanti delle altre e ci piacerebbe tanto che alcune si trovino anche tra i risultati della ricerca, non soltanto la nostra home page. Non so a che è natta questa idea di modellare il sito, ma il concetto è questo: la pagine importanti me la faccio valere di più e delle altre me ne frego in quanto non hanno nessuna importanze per i motori di ricerca. L’idea è passare più pagerank alle pagine importanti e toglierlo da quelle insignificanti: si tratta di una ridistribuzione del pagerank. E come si fa?<br /><br />La procedura tecnica è molto semplice ad accessibile a tutti i webmaster. Il punto chiave è utilizzo del tag “nofolow”. Le pagine che si vogliono trascurare si linkano dalle altre pagine utilizzando il detto tag. In questo modo i link interni non passano pagerank a quelle pagine meno importanti, e il pagerank a disposizione si distribuisce su quelle più importanti, dove non è strato usato il tag. Semplice da applicare e sembra anche utile in certi casi. Ma è vero questo concetto? Secondo me no!<br /><br />Chi conosce bene la formula sa che la pagina che linka altre pagine distribuisce il proprio pagerank, diminuito per un fattore di smorzamento, alla altre pagine in funzione della quantità del numero dei link. Più link ci sono sulla pagina, passa meno del valore di pagerank alle pagine che linka. L’ideatori di questa tecnica di sono confusi e si sono detti: inserendo in alcuni link il tag nofollow, questi non saranno presi in considerazione per la distribuzione di pagerank e qui c’è errore. Si utilizza il numero dei link perché da questo dipende la probabilità che uno dei link sulla pagina sia cliccato da uno visitatore. Ma il visitatore non vede se ad un link è stato associato un tag e non cambia niente nelle sue intenzioni. <br /><br />Mia conclusione è che questa tecnica non soltanto che non aiuta il sito, ma lo danneggia, anche fortemente in quanto le pagine linkate con nofolow perdono pagerank del tutto e quelle altre non acquistano di più uin primo momento, ma anche lo perdono perché non ricevono più niente da quelle meno importanti che sono rimaste senza la valutazione. A coloro che non sono convinti del mio ragionamento e che in ogni caso avrebbero provare questa tecnica posso dire che la stessa è riconosciuta come legittima direttamente dai rappresentanti di Goolge. Se le vostre conclusioni sono diverse dalle mie, fattemi sapere come e perché.Webmasterhttp://www.blogger.com/profile/05929661921624723372noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1250957914787876164.post-61628840813033230632009-06-23T04:41:00.000-07:002009-06-23T04:42:30.849-07:00Come ottenere un buon piazzamento in GoogleDefiniamo prima cosa si intende per un buon piazzamento sui motori di ricerca. Quello perfetto è la prima posizione in assoluto, ma per buono senz'altro si può intendere trovarsi sulla prima pagina dei risultati di ricerca. Trovando si sulla seconda, o al massimo terza pagina, ci porterà qualche visitatore, ma in numero insufficiente per mandare in modo soddisfacente il nostro ipotetico piccolo affare che facciamo con il nostro sito, supponendo che abbiamo uno o più sponsor che stiamo pubblicizzando e che ci pagano per click o per il prodotto venduto. Perché, ricordiamoci un'altra volta, i visitatori arrivati da Google sono i migliori, quelli che cercano quello che offriamo e quelli che sono anche propensi di spendere qualche soldino online, via Internet.<br /><br />Come si evince dagli articoli presenti su questo blog, il segreto per l'ottenimento di una buona posizione in Google, ma anche negli altri motori di ricerca, è concettualmente abbastanza semplice: bisogna avere un buon Page Rank e tanti backlink verso il proprio sito. Entrambi si ottengono semplicemente registrando il sito nelle directory, nelle top liste e facendo gli scambi dei link con gli altri webmaster interessati ad avanzare nelle classifiche. Il concetto è veramente semplice, ma la parte pratica non lo è altrettanto. Per esempio, molte directory sono specializzate in certi temi e non accettano i siti con i contenuti non appartenenti ad un certo oggetto. Ci sono anche tanti webmaster selettivi che non vogliono scambiare con certi tipi dei siti.<br /><br />La soluzione è crearsi una piccola network dei siti propri, dedicati ai vari temi. Dal mio punto di vista qui bisogna stare un po’ attenti a fare le cose che alla fin fine ci interessano e delle quali ne sappiamo qualcosa. Una volta fatti tanti siti diventa anche pesante mantenerli e se non ci appassionano almeno un po’, diventa una pressione psicologica pesante. Non è necessario per ogni sito che si fa registrare il proprio dominio. Ci sono molti hosting gratis che mettono a disposizione spazio web senza riempirlo successivamente con i loro odiosi banner. La parte del network possono tranquillamente fare anche i blog messi gratuitamente a disposizione da blogspot, msn e così via. Quello che è importante e diversificare nei contenuti e nei temi. <br /><br />Così questi siti possono essere registrati anche nei posti dove altri nostri siti non sono accettati. E una volta ottenuto un Page Rank, ma anche prima, dall’inizio (dipende dai gusti e dalle tattiche del webmaster) su questi siti compaiono link verso i nostri siti che ci portano qualche soldino. In questo modo riusciamo a convogliare in modo indiretto i link dai siti che normalmente non avremo mai. La formazione di un network di una decina di siti, cioè una cosa gestibile da una persona con un accettabile impiego di tempo, è sicuramente una soluzione vincente, ma necessità di qualche anno di lavoro. Disponendo già da una rete dei siti nostri, un domani con l’apertura di un nuovo sito, abbiamo subito a disposizione una serie dei link nostri che possiamo gestire indipendentemente dagli altri e che ci aiutano a risalire velocemente nelle classifiche.<br /><br />Riguardante le ultime novità relative agli aggiornamenti del ToolBar Page Rank di Google, possiamo dire che l’ultima attesa tra due aggiornamenti è stata minore di due mese. In effetti l’ultimo aggiornamento è stato fatto il 27 Maggio, circa un mese fa rispetto a questo articolo, mentre quello precedente risale al 2 Aprile.Webmasterhttp://www.blogger.com/profile/05929661921624723372noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1250957914787876164.post-3263709776275306002009-03-10T07:36:00.001-07:002009-03-10T07:38:45.574-07:00Le regole di GoogleSembra che Google ultimamente sia diventato molto più severo nel valutare i siti che visita e che stia applicando le penalizzazioni molto di più rispetto al passato. Per coloro che guadagnano la propria pagnotta lavorando su Internet, trovarsi in una condizione nella quale il sito è penalizzato è non compare nei risultati di ricerca corrisponde quasi ad una catastrofe, non proprio naturale in questo caso. Perché la regola per guadagnare i soldi con un sito è molto semplice e consiste nel essere presente sulla prima pagina per la ricerca. Niente visitatori dai motori di ricerca, e sappiamo tutti che, specialmente in Italia, Google è usato da più del 95% dei navigatori, niente soldi. Anche a me è capitato di essere vittima di questa ultima ondata delle penalizzazioni, e con questo articolo volevo ripercorrere le regole di Google insieme a te; questo è stato utile per me e spero lo sia anche <br />per te.<br /><br />La condizione base durante il processo della preparazione di un sito e durante la sua promozione è esaminare e rispettare le regole impostate da Google, che si possono trovare al seguente indirizzo: <br /><i>http://www.google.com/support/webmasters/bin/answer.py?answer=35769</i>.<br />Ripercorriamole insieme nei concetti base. Sono divise in tre gruppi, e in questo modo ho preparato la mia esposizione anche io, aggiungendo a volte qualcosa dalla propria esperienza.<br /><br /><h4>Design e contenuto</h4><br />In breve, si consiglia di utilizzare sintassi con i link statici e che tutte le pagine che si vuole siano considerate da Google, siano linkate da almeno un’altra pagina dello stesso sito: in questo modo i motori di ricerca possono facilmente trovare tutte le risorse del sito. Il testo presente deve contenere le parole chiavi, quelle legate al tema del sito. Obbligatoriamente usare Title ed Alt tag, e se si usa anche Description tag, che sia lungo almeno 20 parole. Ci sono anche i consigli come organizzare le pagine dinamiche, ma il mio consiglio è di evitarle proprio, quando questo è ragionevole. Inoltre, controllare bene che tutti i link sono funzionanti e questo vale anche per le immagini collegate. Il numero dei link su una pagina non dovrebbe superare 100, penso questo sia il numero complessivo di quelli interni e quelli esterni. Alla fine si consiglia di scrivere i testi importanti come testi e non di inserirli nelle immagini; Google non è capace di leggere i testi inseriti sulle immagini.<br /><br /><h4>Aspetti tecnici del sito</h4><br />Durante la creazione del sito e prima di metterlo ondine, si consiglia di controllare la sua “leggibilità” dai vari browser, per esempio Microsoft IExplorer, Netscape (praticamente non si fa più, ma c’è ancora la gente che lo usa), FireFox, ecc., per assicurare la compatibilità con tutti e corretta accessibilità sia per gli utenti, ma anche per i robot dei motori di ricerca, in quanto a volte succede che vari browser interpretino lo stesso codice in un modo sostanzialmente diverso. Io cerco sempre di produrre un codice html più semplice possibile, escludendo javascript, visual basic e css, ove non strettamente indispensabile. Questi aspetti contengono anche una serie dei consigli sull’impostazione del server, l’utilizzo del file robot.txt, e così via.<br /><br /><h4>Qualità del sito</h4><br />Questa parte delle regole è quella che forse interessa di più, in quanto non rispetto di alcune può indurre Google a penalizzare il sito web, come lo dichiara in modo esplicito. Prima di tutto insiste, dire giustamente, di creare i siti per i visitatori e non per i motori di ricerca. Il fatto è alla fin fine che se il sito è fatto bene ed attira l’attenzione dei surfisti, lo stesso succederà anche con i motori di ricerca, ovviamente se sono state rispettate le regole base.<br /><br />Ci si trova elenco di tutte quelle cattive e pericolose azioni che possono portare alla penalizzazione oppure, ancora peggio, all’espulsione del sito dai risultati di ricerca di Google. E’ vietato utilizzo dei testi nascosti (una pratica molto usata ai suoi tempi e che sembra rimasta nella memoria di alcuni webmaster ancora oggi), cloaking, cioè la pratica di mostrare a robot una pagina, mentre ai visitatori servire un’altra, il contenuto copiato dagli altri siti e cosiddette doorway pagine, cioè pagine dedicate soltanto ai motori di ricerca, per ottenere il piazzamento per le varie parole chiave.<br /><br />Sulle altre pagine di Google, collegate a questa con le “leggi” da seguire, possono essere approfonditi alcuni aspetti, ma si possono trovare anche molti altri. Uno dei più importanti è il concetto del link naturale, cioè il fatto che il sito viene linkato dagli altri webmaster proprio per la sua qualità e per le buone e concise informazioni che offre ai naviganti. Da questo concetto fuoriesce con un semplice ragionamento, ma è sottolineato anche da Google, che i link pagati non vanno bene per niente in quanto rappresentano una forzatura del Pange Rank (è proprio per quello che si comprano) e che i siti che inseriscono sulle proprie pagine questi link saranno penalizzati. Ma c’è di più! Anche i link che portano verso i siti sponsor, quelli che ci fanno guadagnare i soldini, possono essere considerati a pagamento. <br /><br />Questo fatto ovviamente è discutibile, ma visto che il padrone (leggi Google) ha sempre ragione, e non c’è un modo per fargli cambiare l’idea, meglio rispettare anche questo. Ma così si fa in questo caso? Se si tolgono i link verso gli sponsor e programmi affiliati, il sito perde il senso, ovviamente per il webmaster che lo gestisce. Niente paura, la soluzione è semplice e la da anche Google: è sufficiente inserire l’attributo rel=”nofollow” in tutti i link di questo tipo ed il problema è risolto. Addirittura, questa soluzione è anche vantaggiosa per il webmaster: il sito drena meno Page Rank e generalmente, visto che in questo modo perdono molti link, i siti sponsor arretrano nella classifica ed i siti affiliati per questo salgono e si fanno più soldi.Webmasterhttp://www.blogger.com/profile/05929661921624723372noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1250957914787876164.post-59015738939453390702009-02-03T05:45:00.001-08:002009-02-03T05:45:54.205-08:00NofollowQualche giorno fa sono stato contattato da un webmaster che voleva scambiare index page link con un mio sito. Ho fatto un po’ di indagine per vedere l’eventuale convenienza dello scambio ed è uscito fuori che lui sulla pagine dove sarebbe finito il mio link aveva oltre 120 link. Generalmente non scambio con le pagine che hanno più di 100 link, considerati sia link esterni che quelli interni, in quanto in qualche modo contro le regole di Google che consiglia come un numero massimo il 100 link sulla pagina.<br /><br />Gli ho fatto presente il fatto che per me il numero dei link sulla sua pagina è eccessivo e che non mi interessa lo scambio. Mi ha risposto quasi immediatamente facendomi notare che molti collegamenti sulla sua pagina hanno il tag nofollow e che togliendo questi rimangono circa 70 collegamenti presenti. Già il fatto che uno usa nofollow non mi piace, ma comunque ho riflettuto un po’ e sono arrivato alla seguente conclusione, che ho comunicato anche a lui. Dalla formula per il Page Rank risulta che per calcolare il valore che si passa alle pagine collegate, l’effettivo page rank della pagina si divide per numero dei link presenti sulla pagina e nell’algoritmo c’è anche una spiegazione di questo, con un chiarimento che la probabilità che uno di essi sia ciccato è sproporzionale al numero dei collegamenti. Pertanto, anche se alcuni collegamenti sono indicati con tag nofollow per non essere seguiti dai robot, sono sempre presenti è diminuiscono la probabilità che uno dei link sia ciccato. <br /><br />In altre parole ho concluso che questa tecnica comunque non influisce sull’aumento del valore reale che si passa alle pagine linkate. Non ne sono del 100% sicuro che la mia conclusione sia corretta, ma mi sembra molto logica e questa regola me la sono inserito nel mio know how, tenendo di rispettarla nel futuro. Ovvio che il webmaster dall’altra parte ha cercato di spiegarmi che non è così, senza alcuna argomentazione della tesi che sosteneva, ma alla fine lo scambio non è stato fatto.Webmasterhttp://www.blogger.com/profile/05929661921624723372noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1250957914787876164.post-12934611393323379382008-12-31T04:20:00.000-08:002008-12-31T04:22:57.559-08:00Aggiornamento l’ultimo giorno dell’annoVista la regolarità, circa ogni due mesi, con la quale Google aggiornava il Tool Bar si aspettava un aggiornamento durante Novembre, ma questa aspettativa e desiderio di tutti i webmaster non sono stati esauditi. Stamattina sono andato a controllare alcuni miei siti nuovi (lo so che non si lavora nell’ultimo dell’anno, ma sono diventato lavoro dipendente) e guarda la bella sorpresa: trovo che i miei siti hanno avuto un PR. Controllo quelli vecchi e vedo che in alcuni casi hanno cambiato il PR, pertanto l’aggiornamento è veramente successo. E’ un regalo di Google per la fine dell’anno. Vediamo la progressione con la quale sono stati aggiornati i siti durante l’anno (le dato sono ovviamente un po’ approssimative):<br /><br />10 gennaio 2008<br />28 febbraio 2008<br />01 maggio 2008<br />27 luglio 2008<br />27 settembre 2008<br />31 dicembre 2008<br /><br />Come avevo detto, molto regolare, rispetto come fa al solito, con una cadenza di due mesi, escludendo quest’ultimo dove ha messo un po’ più di tre mesi.<br />Per me personalmente la cosa è andata abbastanza bene. Anche se ho perso il page rank in alcuni casi (tra questi, anche questo sito che è pertroppo sceso da tre a due), in media ho avuto un generale aumento dello stesso ed i siti nuovi sono andati da zero a 2 e anche a 3, ma quello che mi rallegra di più è il fatto che molti esistenti da parecchio tempo sono saliti a PR4 e due addirittura a PR5. Un bel regalo per l’inizio dell’anno.<br /><br />Sperando che anche a voi sia andata bene, vi faccio i miei migliori auguri per l’anno prossimo e vi auguro un grande Page Rank e che i vostri siti occupino la prima pagina di Google.Webmasterhttp://www.blogger.com/profile/05929661921624723372noreply@blogger.com